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Cronaca

Tentano di truffare un'anziana, ma è la mamma di una poliziotta

Nei guai ieri nel quartiere Santa Croce di Padova è finito un quindicenne incensurato napoletano che ora dovrà rispondere alla Procura per i Minorenni di quanto commesso. La Squadra mobile l'ha bloccato sotto casa dell'ennesima vittima

Un altro giovanissimo truffatore è finito nelle maglie della rete dei poliziotti della Squadra Mobile di Padova. Lo hanno bloccato nel pomeriggio di ieri 13 marzo, al termine di una serie di tentativi di truffa commessi ai danni di anziani. All’ennesimo tentativo, il minore, appena 15enne, incensurato, di origini campane, è stato bloccato sotto casa dell’anziana vittima designata, dove si era recato per ritirare denaro e preziosi. Aveva appena citofonato e si era presentato come il figlio dell’avvocato incaricato a ricevere la cauzione. 

Numeri impressionanti

Con lui salgono a 16 in totale i truffatori denunciati dalla Squadra Mobile nell’ultimo anno, mentre altri 8 truffatori sono stati arrestati in flagranza, tutti accusati di truffa del falso incidente. Un’attività di contrasto che si affianca alla campagna di prevenzione portata avanti dal Questore di Padova e che ha fra le altre cose consentito di recuperare e restituire alle anziane vittime circa 50mila euro di denaro contante e 68mila euro di oro, beni loro sottratti nei circa 35 episodi risolti positivamente.

Gli investigatori della Squadra mobile stanno facendo un lavoro enorme per debellare il fenomeno delle truffe agli anziani

L'ultimo caso

Nella tarda mattinata di ieri, la sala operativa della Questura ha ricevuto numerose segnalazioni di tentativi di truffa del finto incidente stradale. Anziani che avevano ricevuto sull’utenza fissa chiamate da parte di sedicenti carabinieri che li informavano che un loro parente coinvolto in un incidente stradale era in stato di fermo e che per evitarne l’arresto avrebbero dovuto versare una considerevole somma di denaro. I poliziotti della Squadra Mobile, forti della pregressa esperienza maturata in occasione di casi simili, si sino messi subito a caccia dei complici truffatori quasi certamente già presenti in città, pronti a recarsi a casa delle vittime per ritirare il denaro. È stato in quegli attimi che è giunta in Questura un’ennesima segnalazione da parte di una 70enne abitante in zona Santa Croce. La donna ha riferito ai poliziotti di aver appena ricevuto sulla propria utenza fissa una telefonata da una persona dall’accento napoletano, che qualificatasi come carabiniere ha tentato di convincerla che il figlio era stato arrestato per aver provocato un grave incidente stradale.  Le hanno voluto far credere che era necessario pagare 4.500 euro a titolo di “cauzione” per evitare al figlio gravi conseguenze penali. Compreso potesse trattarsi di un tentativo di truffa, l’anziana non ha esitato ad informare la propria figlia, un ispettore della Polizia di Stato in servizio presso la stessa Questura di Padova, con lei presente in casa in quel momento. La poliziotta ha a sua volta immediatamente avvisato i colleghi della Squadra Mobile. È stato allora che gli investigatori hanno individuato e bloccato il 15enne nell’istante in cui è giunto sotto casa della vittima allo scopo di riceverne denaro e preziosi. Era munito di mascherina chirurgica, cosa che non è passata affatto inosservata. Dopo aver temporeggiato alcuni istanti davanti al cancello pedonale ha citofonato all’abitazione dell’anziana, dicendo di essere il figlio dell’avvocato incaricato di riscuotere quanto pattuito in precedenza al telefono. Condotto in Questura e sottoposto alle procedure previste, su disposizione del pubblico ministero della Procura per i Minorenni di Venezia, il minore è stato affidato al padre, appositamente giunto da Napoli. Come già in precedenza indicato è attraverso l’elenco degli abbonati alle utenze fisse che i truffatori  individuano le loro potenziali vittime, solitamente persone anziane. Queste ultime vengono contattate più volte già nelle settimane precedenti al tentativo di truffa vero e proprio, e con scuse varie gli vengono carpite informazioni come i nomi dei loro figli o nipoti, il lavoro che essi svolgono. Informazioni grazie alle quali viene poi attuata la truffa vera e propria, che consiste appunto nel fingere un grave incidente di cui uno qualsiasi dei familiari più stretti sarebbe responsabile e per tale ragione in stato di arresto. Quindi la richiesta da parte di chi si finge al telefono maresciallo od avvocato di versare subito del denaro o dei preziosi nelle mani di uno pseudo amico od incaricato inviato appositamente presso l’abitazione.

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