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Cronaca Correzzola

Caso Birolo, parla il giudice Bergamasco: "Ecco i motivi della condanna"

A seguito della sentenza emessa nei confronti del tabaccaio di Civè, che nell'aprile 2012 sparò al ladro in fuga, il magistrato raccoglie in un fascicolo tutti i perché del suo responso in tribunale

A due settimane dalla sentenza emessa dal giudice nei confronti di Franco Birolo, il tabaccaio di Civè di Correzzola che, il 26 aprile del 2012, uccise con un colpo di pistola un ladro che si era introdotto nel suo negozio, come riportano i quotidiani locali, il magistrato Beatrice Bergamasco, martedì mattina, avrebbe depositato un fascicolo fitto di ricostruzioni per spiegare la duplice condanna (due anni e otto mesi di reclusione per eccesso colposo di legittima difesa e 325mila euro di risarcimento alla famiglia della vittima) inferta in primo grado.

LEGITTIMA DIFESA. Per il giudice Bergamasco, sotto scorta a seguito delle minacce di morte ricevute proprio a seguito di quella contestata condanna, andrebbe esclusa la legittima difesa. Quando il ladro è stata colpito era vicino all'uscita della tabaccheria, stava lasciando l'esercizio commerciale. La consulenza balistica avrebbe pesato molto sulla sentenza. Birolo avrebbe potuto e dovuto evitare l’utilizzo dell’arma, spiega il giudice Bergamaschi.

MAXI RISARCIMENTO. Il tabaccaio non è stato aggedito, avrebbe spiegato il legale, non ci sarebbe alcun riscontro su questo dettaglio. Infine, nel fascicolo, Bergamasco spiegherebbe il perché dei 325mila euro chiesti come risarcimento. Deriverebbero dalle tabelle numeriche in base all’età della vittima, alla situazione della madre disoccupata e a quella della sorella.

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