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Economia

Emergenza Covid: Pasqua e Pasquetta persi 10 mila clienti negli agriturismi

Cia Padova: «Danni per oltre 10 milioni di euro dall’inizio della pandemia”. Una soluzione per recuperare almeno una parte di reddito l’attivazione del portale dalcampoallatavola.it

Lo stesso film, un anno dopo. Il covid “taglia” oltre 10mila presenze nei 211 agriturismi della provincia (85 dei quali nei Colli Euganei, dati Servizio Agricoltura – Provincia di Padova) durante le festività pasquali. «Fino a due anni fa registravamo il tutto esaurito a Pasqua e a Pasquetta – commenta Cia Padova – I titolari erano addirittura costretti a dire di no a centinaia di clienti, tante erano le prenotazioni». Oggi non solo non è più possibile fermare un tavolo: allo stato attuale non si sa nemmeno quando gli stessi agriturismi, così come i bar e i ristoranti, saranno messi nelle condizioni di riaprire.

Le perdite

Di certo non entro la fine di aprile, dato che tutta l’Italia sarà o arancione o rossa almeno per i prossimi 29 giorni. Secondo uno studio di Cia, dall’inizio della pandemia a livello nazionale il comparto agrituristico ha perso un miliardo di euro. Per quanto riguarda le perdite relative alla provincia di Padova, queste si aggirano sui 10 milioni di euro complessivi. «Ma si tratta di una stima al ribasso», aggiunge Cia Padova. Di sicuro l’asporto o il delivery, permessi pure agli agriturismi, non bastano a colmare il gap. Ci sta comunque provando Gabriella Fontana, titolare dell’agriturismo Al Feudo di Vò: «Gli ordini si sono dimezzati rispetto allo scorso anno. Nel 2020 c’era un maggior clima di solidarietà. Stiamo tentando di resistere, nella speranza di uscire quanto prima da questa situazione». Sembrano lontani anni luce i tempi in cui la sua attività faceva il pienone a Pasqua: «A pranzo eravamo soliti accogliere una sessantina di persone, il massimo della nostra capienza. Ci auguriamo di poter ritornare a lavorare da maggio, anche a cena. Oltre agli spazi interni a nostra disposizione, che assicurano il distanziamento e il rispetto delle regole, con l’avvento della buona stagione potremo sfruttare pure quelli esterni». Tanti agriturismi, in realtà, hanno deciso di non avvalersi dell’asporto: «Il gioco non vale la candela. Diversi si trovano spersi sui Colli, un cliente non viene fin qui appositamente per ritirare un pranzo o una cena, per quanto siano d’eccellenza». D’altro canto, agli stessi agriturismi non conviene economicamente la consegna a domicilio, soprattutto se i richiedenti abitano in città.

Aziende agrituristiche

«Le aziende agrituristiche stanno cercando di puntare sulla multifunzionalità per reagire con dinamicità alle crisi di mercato, diversificando le fonti di reddito anche grazie alla tecnologia – commenta il presidente di Cia Padova, Roberto Betto – A tal proposito l’e-commerce è in grado di offrire maggiori possibilità, facendo viaggiare l’agroalimentare al di là dei confini provinciali». In una logica di sostegno del made in Italy, Cia ha attivato la piattaforma dalcampoallatavola.it, primo strumento digitale i cui protagonisti sono gli agricoltori stessi. Con un semplice click si possono mettere in un carrello virtuale prodotti quali cereali, legumi, dolci, farine, olio e vino. «Oggi più che mai – chiarisce il presidente – è strategico investire nel web. Le attività, compresi gli agriturismi, possono vendere le loro tipicità ad un prezzo congruo, recuperando così sulla catena del valore. Ai consumatori vengono offerti panieri molto diversificati, garantendo la sicurezza nei pagamenti e una logistica sostenibile».

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