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Lunedì, 29 Aprile 2024
Politica

Famiglie arcobaleno, Giordani: «Il Parlamento legiferi a tutela dei diritti di bambine e bambini»

Il sindaco Sergio Giordani sottolinea come sia venuto il tempo di fornire uno strumento, una legge, al passo con i tempi che stiamo vivendo. Anche l'assessora Francesca Benciolini ha rimarcato il ruolo e la responsabilità che deve assumersi la politica: «E' importante che questa situazione sia normata»

Si sono svolte questa mattina in Tribunale le prime cinque udienze del procedimento civile che dovrà stabilire la legittimità della registrazione all’anagrafe degli atti di nascita di bambini con due mamme dopo l’impugnazione di questi atti da parte della Procura nel giugno scorso. «Una procedura che il Comune di Padova compie fin dal 2017 partendo dal presupposto di garantire la maggior tutela possibile ai nuovi nati che hanno come tutti gli altri nati due genitori, anche se in questi casi due mamme. Sempre dal 2017, il Comune di Padova vista la mancanza d’indicazioni chiare nelle norme relative alle iscrizioni anagrafiche di bambini nati da due mamme, ha inviato autonomamente gli atti di registrazione in procura, senza mai ricevere alcuna controdeduzione, proprio per sottolineare da un lato la trasparenza del proprio operato e dall’altra la necessità di un intervento legislativo in merito. La richiesta della stessa Procura di sottoporre gli articoli 4, 5 e 12 L 40/2004 ad un nuovo vaglio della Corte Costituzionale,  sembra confermare e rafforzare le scelte fatte fino ad oggi e in ogni caso sottolinea una volta di più che, come aveva evidenziato in un suo precedente pronunciamento la  stessa Corte Costituzionale, è assolutamente urgente l’intervento del legislatore nel merito di queste questioni. L’Amministrazione attende con interesse e serenità quanto delibererà il Tribunale e ringrazia l’Avvocatura Civica assieme al personale dei Servizi Demografici per l’impegno con cui sta seguendo questa vicenda», fanno sapere da Palazzo Moroni.  

Il sindaco Sergio Giordani sottolinea come sia venuto il tempo di fornire uno strumento, una legge al passo con i tempi che stiamo vivendo: «Come Sindaco ho il dovere di proteggere anzitutto la dignità delle persone, proteggere chiunque da condizioni che espongano a inaccettabili discriminazioni e rischi e questo vale tanto più se parliamo di bambine e di bambini», ha premesso il primo cittadino di Padova. «Dal 2017 trascrivo gli atti di nascita delle figlie e dei figli di due mamme perché l’interesse del minore prevale su tutto, perché davanti a un grave vuoto legislativo non posso voltarmi dall’altra parte lavandomene le mani, perché ho giurato sulla Costituzione e ritengo che nella Carta vi siano tutti gli elementi che applicando il buon senso e non l’ideologia portano a dover proteggere queste piccole e questi piccoli. E infine anche perché sono un nonno di quattro nipoti e su questioni così delicate finché avrò le funzioni di Sindaco e i conseguenti poteri delegati voglio avere coscienza pulita. Sono un uomo dello Stato, rispetterò ogni decisione della Magistratura, mi sento comunque di dire che lo svolgersi delle udienze di oggi e la posizione della Procura di Padova credo vadano nella direzione corretta, quella di dare certezza di azione a noi Sindaci a partire dai principi che promanano dalla Carta Costituzionale». Infine la stoccata alla politica, concetto che aveva già espresso in più occasioni quando a giugno è esploso il caso: «Resta infine la politica e il Parlamento che dovrebbe con urgenza mettere da parte le contrapposte fazioni e immediatamente legiferare per tutelare i diritti di bambine e bambini».  

Sulla questione è tornata anche l’assessora ai servizi demografici e ai diritti umani, Francesca Benciolini: «Di fronte a dei bambini che esistono e rispetto ai quali esiste un nucleo familiare che è formato sia dalle due mamme che li hanno voluti sia dal più ampio contesto familiare nel quale sono inseriti dopo la loro nascita, noi, in mancanza di indicazioni di legge abbiamo continuato a dare la massima protezione e tutela possibile a questo nucleo che è una tutela, innanzitutto e lo sottolineo, per questi bambini che esistono». Anche l'assessora ha portato la sua solidarietà durante il sit in di fronte al tribunale di Padova dove era presente anche la collega Margherita Colonnello, che ha la delega al sociale: «Per noi questa giornata è importante perché ci conferma che abbiamo visto giusto e che la direzione verso la quale stiamo andando è quella di porre il problema  a chi deve scrivere le leggi anche attraverso  il coinvolgimento del livello più alto, quale è la nostra Corte Costituzionale. Allo stesso tempo è importante che questa situazione sia normata proprio per tutelare i diritti di questi bambini e di questa bambine che per noi ha molto a che fare con il  nostro pensiero sulla comunità della città che stiamo amministrando.  E’ tutelante rispetto a dei nuclei familiari che esistono, a dei legami  intensi di amore e affetto e noi per primi come amministratori non abbiamo alcun interesse a disconoscere questi legami.  La società è andata avanti e la legge e rimasta molto indietro. Serve un intervento del legislatore che naturalmente tenga ben presente la nostra Costituzione, che è molto chiara quando parla di uguaglianza dei diritti di tutti gli individui».   

Giordani con le assessore Piva, Benciolini, Cera e Colonnello

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