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Politica Maserà di Padova

Maserà, in centinaia contro il polo logistico grande come Prato della Valle

Quasi in 500 si sono dati appuntamento nel primo pomeriggio di sabato 16 marzo per protestare contro l'ennesimo caso di consumo di suolo. Comitati, associazioni ma anche consigliere regionali come Vanessa Camani, Andrea Zanoni ed Elena Ostanel appoggiano la protesta

Erano poco meno di cinquecento di persone, sabato 16 marzo, a protestare contro la costruzione di un nuovo polo della logistica, questa volta a Maserà. Per comprendere le dimensioni e l'impatto che un'opera come quella che l'amministrazione vuole autorizzare i tanti contrari, supportati da comitati e associazioni ambientaliste, hanno diffuso un video in cui mostrano sia dove sarà esattamente ubicato questo enorme capannone e soprattutto quanto sarà grande. Come Prato della Valle, per intenderci. La mobilitazione è cominciata proprio a ridosso dell'area interessata in via Belzoni, dove su circa 100mila metri quadrati dovrebbe sorgere questo enorme capannone. 

Luca Bertolin, del Comitato Maserà, ha illustrato nell'intervento che ha chiuso la manifestazione, la situazione. «L'ennesima speculazione edilizia a danno dei cittadini», ha così esordito. «Che progresso rappresenta costruire un mega capannone alto 15 metri, aumentare il traffico di mezzi, anche pesanti, in un territorio pieno di strutture di quel tipo, abbandonate e in disuso», ha spiegato. «Il nostro attuale sindaco nel 2018 diceva che la cementificazione selvaggia andava a scapito dei cittadini. "Il territorio non si svende, ma si difende con passione", era il suo slogan», dice raccogliendo l'ilarità dei presenti. Non solo i comitati ma anche esponenti politici come la consigliera regionale del Pd, Vanessa Camani e la collega del Veneto che Vogliamo, Elena Ostanel. 

«Ancora una volta comitati, associazioni e tanti cittadini costretti a manifestare contro nuovi imponenti progetti di cementificazione del territorio», ha commetato Francesco Miazzi del Comitato Lasciateci Respirare. 
«Non facciamo altro che snocciolare le cifre di un consumo di suolo che pervade il Veneto, la nostra provincia è in particolare l'area dei Colli Euganei e della bassa padovana, ma dobbiamo scontrarci con una politica miope e insensibile di fronte ai grandi effetti dei cambiamenti climatici». Si torna sempre al solito al punto, quello per il quale invece di intervenire sull'esistente si vuole costruire nuovo. «11.000 capannoni vuoti evidentemente non sono sufficienti per far capire quanto stolto e pericoloso sia questo modello di sviluppo. Continuano a non capire - dice facendo riferimento alla classe politica - che "Il suolo è vita!", che dietro alla sua distruzione irreversibile c'è un danno ambientale, sociale e anche economico che ricade pesantemente sulla collettività». Una battaglia lunga, sicuramente, sarà anche questa di Maserà. «Non ci fermeremo e continueremo a batterci per invertire la rotta e lasciare ai nostri figli e nipoti un ambiente che sia in grado di garantire una vita e una riproduzione in armonia con tutte le specie», ha concluso Miazzi. 

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