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Rincaro biglietti, Adl Cobas: «Regalo a Busitalia. Nell'accordo? Quelli precedenti l'azienda non li ha rispettati»

Il sindacato di base: «Questo aumento andrà ancora una volta a pesare sulle tasche dei cittadini disincentivando l’uso del trasporto pubblico, allontanando ancor di più l’utenza da un servizio che non è oggi in grado di dare risposte certe ai bisogni di mobilità»

Era nell'accordo, tutte le città hanno aumentato il prezzo del biglietto per quanto riguarda il trasporto pubblico, questo porterà benefici perché obbligherà l'azienda a offrire un servizio migliore. Queste che sono le motivazioni al rincaro di 40 centesimi del biglietto urbano, non hanno affatto convinto i sindacalisti di Adl Cobas, che da molti anni si occupano delle questioni riguardanti il trasporto pubblico. 

Alibi

«In una fase come quella che sta attraversando il paese, di crisi finanziaria e con inflazione galoppante che pesa nei bilanci di tutte le famiglie e che ha portato grazie alla guerra aumenti vertiginosi delle bollette e dei prezzi dei beni alimentari a Padova si è pensato bene di aumentare anche il biglietto del trasporto pubblico locale. Un aumento importante perché parliamo di 40 centesimi – da 1,30 euro a 1,70 euro – che a sentire i giornali e l’Ente di Governo del trasporto pubblico locale padovano, dovrebbe togliere qualsiasi alibi all’azienda. Ma quale alibi potrà mai pensare di esibire un’azienda che eroga un servizio scadente, un’azienda che fino ad oggi non ha minimamente rispettato quanto contenuto nel contratto di servizio, che ha continuamente disatteso le varie promesse sia nei confronti degli utenti sia nei confronti dei lavoratori», fanno notare con forza dal sindacato. 

Tariffa

Il biglietto, con la nuova tariffa, vedrà allungata la sua durata. Ma neppure questo convince i sindacalisti: «La verità è che questo aumento andrà ancora una volta a pesare sulle tasche dei cittadini disincentivando l’uso del trasporto pubblico, allontanando ancor di più l’utenza da un servizio che non è oggi in grado di dare risposte certe ai bisogni di mobilità. L’ aumento gioverà solo a Busitalia Veneto, che siamo certi non risolverà le inefficienze del servizio e la penuria di autisti, che non risolverà i problemi delle corse che saltano o vengono cancellate, che non garantirà il rispetto del contratto di servizio».

TPL

Da anni tra Adl e BusItalia si scontrano sui temi riguardanti il trasporto pubblico. E dal sindacato sembra non convincere neppure il nuovo corso, avviato con l'arrivo di Gino Colella, il nuovo Amministratore Delegato e Direttore Generale. «Stiamo parlando di un'azienda che cerca in tutti i modi di ottenere le risorse per ripianare un debito che, a sentir loro si aggirerebbe intorno ai nove milioni di euro e che sarebbe maturato sopratutto durante la pandemia. Quello che risulta strano in questa vicenda però è che Busitalia Veneto è l’unica ad avere un deficit così alto, mentre ad esempio a Bologna l’azienda del trasporto pubblico ha un utile, anche se piccolo, così come quella di Milano e di altre città che hanno visto aumenti del biglietto non di questa portata». Il sindacato chiede di fare un passo indietro rispetto al rincaro, poco probabile in realtà. «Quella di aumentare il costo del biglietto è chiaramente una scelta sbagliata, che alla fine giova solo a Busitalia Veneto: non garantirà certo un ampliamento dell’offerta, nè un miglioramento del servizio. Per questo chiediamo all’Ente di Governo di ripensarci. Il problema del trasporto pubblico a Padova, lo diciamo da molto, troppo tempo, non è legato al costo del biglietto, ma piuttosto ad incapacità organizzativa, a controlli attivati tardivamente, a condizioni lavorative che invitano i lavoratori a cercare altri impieghi». 

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