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Studio epidemiologico sui Pfas, i 5 Stelle contestano la nota della Regione: «Assolutamente inutile»

Dopo la replica della consigliera regionale Elena Ostanel del Veneto che Vogliamo, arriva anche la risposta del M5S, per voce deputato veneto del Movimento 5 Stelle in Commissione Attività produttive, Enrico Cappelletti

Le dichiarazioni rese in aula di tribunale durante il processo Miteni da Pietro Comba, già responsabile del Dipartimento di Epidemiologia Ambientale dell’Istituto Superiore di Sanità che parla di studio mai avviato nonostante gli accordi presi, non cessano di fare discutere. Per questo motivo nella giornata di ieri, lunedì 8 agosto, la Regione ha cercato con una nota ufficiale di spegnere le polemiche riguardo questo specifico studio che si sarebbe dovuto avviare per comprendere al meglio i rischi per la salute causato dalla presenza di Pfas. Ma la nota della Regione invece che aveva come obiettivo quello di placare le polemiche ha finito per ottenere l'effetto contrario. 

Dopo la replica della consigliera regionale Elena Ostanel del Veneto che Vogliamo, arriva anche la risposta del M5S, per voce deputato veneto del Movimento 5 Stelle in Commissione Attività produttive, Enrico Cappelletti. «Completamente inutile la nota della Regione Veneto sullo studio epidemiologico sugli effetti della presenza di Pfas sulla salute. Perché colpevolmente non entra il punto centrale della questione: è vero o no che lo studio epistemologico fu bloccato per decisione politica? Ed in tal caso, dobbiamo ringraziare Zaia od il Ministro della Salute? Sulla questione Pfas la Regione Veneto si è distinta negli anni per inadeguatezza: i 1000 carotaggi promessi da Zaia non sono mai stati fatti, la bonifica del sito non è mai iniziata, quanto alla presenza di inquinanti sui prodotti alimentari, la Regione ha fatto di tutto per limitare la diffusione dei dati. Per fare chiarezza sulla vicenda, ho presentato un’interrogazione parlamentare al Ministro della Salute Orazio Schillaci per sapere quale autorità politica o ‘manina’ ha bloccato lo studio e perché si sia deciso di annullarlo, andando contro il principio di tutela della salute dei cittadini. Sui PFAS non possiamo e non vogliamo indietreggiare di un millimetro. La tutela della salute dei cittadini deve essere sempre una priorità delle Istituzioni. Dal Ministero ci aspettiamo chiarezza».

noPfasTrissino2017-2-2

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