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Cittadella, Andrea Magrassi: «Contro la Reggiana parola d'ordine umiltà»

Il match winner del Castellani, Andrea Magrassi, si conferma il bomber dell’estate della squadra di mister Gorini ed ha una grande voglia di smentire i scettici sul suo conto

Ci è voluto un anno per vedere la sua migliore versione, ma (forse) l’attesa è finita. Andrea Magrassi è pronto a prendere la leadership dell’attacco del Cittadella. Lo aveva già iniziato a dimostrare sul finire della scorsa stagione, lo ha dimostrato sabato contro l'Empoli con il gol del passaggio del turno. Capocannoniere dell’estate granata, con il beneplacito di Carriero post Luparense «Meglio lasciare lo scettro a Magra, così resta in ritmo e in fiducia». Mai frase più profetica. Il Magrassi visto contro la squadra toscana è un giocatore in uno stato di grazia psicofisica rara. Manna per Gorini, uno che stravede da sempre per Magrassi. Umiltà e riconoscenza le parole d'ordine per l'ex Virtus Verona, anche sulla querelle del primo gol al Castellani, il tiro cross di Amatucci. «L'istinto mi direbbe che ho sfiorato il pallone, ma la verità è no. Ci sono anche troppe telecamere per smentirmi», riconosce divertito il "Magra" come è soprannominato da tutti in spogliatoio. 

Il gol del sorpasso, invece, è tutto suo Magrassi. «Vero, ma voglio sottolineare che tutta l'azione è stata ben svolta e parte addirittura dalla difesa. Per l'attaccante il gol è la vita, perchè ti permette di affrontare le gare successive con un pizzico di serenità in più. L'anno scorso è stato tribolato a livello fisico, dopo stagioni in cui avevo segnato regolarmente, e per rendere al meglio ho bisogno che il mio corpo stia bene. Sono andato sotto le aspettative l'anno passato, ne sono consapevole. Ho iniziato la stagione sgombro mentalmente, consapevole dei miei mezzi, non ascoltando le voci di mercato sul mio conto. Dopo il gol contro l'Empoli non mi sento un fenomeno, così come in precedenza non ero l'ultima ruota del carro. La testa fa la differenza nel calcio».

Phil Collins negli anni 80' cantava "Against All Odds" (contro ogni pronostico ndr). Diciamo che ieri il Cittadella ha fatto il colpaccio ad Empoli. Come si sente? «Noi non partiamo mai rassegnati, nemmeno contro le squadre di Serie A. L'idea è sempre quella di vincere e la prova è nel fatto che nonostante lo svantaggio ci abbiamo sempre creduto».

Dopo l'intervallo siete tornati in campo trasformati. Che cosa è successo negli spogliatoi? «La gara è stata sempre equilibrata. Anzi, nel primo tempo meritavamo di più ed avevamo l'impressione di star facendo bene. All'intervallo eravamo motivati e tranquilli, non ci siamo scollati. Poi nella ripresa è subentrata ancora più convinzione dopo il pareggio. Eravamo consci di poter far male in ogni momento».

Alla fine in campo è stato un dominio granata. «Per quanto loro abbiano fatto meno del previsto, nella prima frazione è stata comunque tosta. Soprattutto nei primi minuti abbiamo fatto fatica anche noi, soprattutto nelle uscite forti sui difensori degli avversari. Nella ripresa, paradossalmente, è andata meglio, le gambe si sono sciolte da sole ed è stato un crescendo generale sino alla fine».

Cosa ti è piaciuto di più della gara contro l'Empoli? «Grande coesione e l'unità di intenti di tutta la squadra. Quando ci sono questi ingredienti, spesso, il gol viene da sé. Sabato ad Empoli c'erano tanti alibi per scollarci: il caldo, la prima ufficiale, l'avversario di categoria e qualità tecnica superiore, ma noi abbiamo continuato a fare la nostra partita come se niente fosse ed abbiamo vinto. Penso ad altri casi, come con il Torino sempre in Coppa Italia l'anno scorso, in cui dopo l'1 a 0 eravamo rimasti in partita, sciupato occasioni gol e poi siamo stati puniti. Talvolta i confini sono labili tra vittoria e sconfitta, ma la tranquillità mentale e la consapevolezza dei nostri mezzi hanno fatto la differenza».

In vista della Reggiana, una bella iniezione di fiducia, vero? «Certo, ma non dobbiamo calare l'attenzione. Abbiamo fatto bene con l'Empoli, ma non vogliamo fare figuracce contro la Reggiana. Prendiamo gli spunti positivi e conviciamoci che stiamo lavorando bene. Domenica contro la squadra di Nesta le parole d'ordine sono le seguenti: umiltà e piedi per terra».

Quest'estate il suo nome è stato fatto spesso in sede di mercato. Ha mai avuto la sensazione di essere lontano dal Cittadella? «Non ho mai avuto l'idea di andare via. Terminata la scorsa stagione, il direttore Marchetti mi ha dato fiducia nonostante l'annata scorsa. La cosa giusta è sempre stata rimanere al Cittadella. Personalmente volevo fare cambiare idea sul mio conto a tutti i tifosi e gli opinionisti. Mi sento un giocatore in grado di stare in Serie B».

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