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«Stiamo molto bene insieme e lo si vede anche in campo. La mia storia con la Samp? Nessuna rivalsa...»

L'autore del gol del pareggio al Ferraris, Andrea Magrassi, si confessa a cuore aperto dopo la gara contro la Sampdoria, sottolineando l'importanza della rete di lunedì sera sotto l'aspetto emotivo

Un cerchio chiuso a livello personale, «E speriamo l'apertura di un altro», sottolinea prontamente Andrea Magrassi. La notte del 18 settembre sarà per sempre una data scolpita nella sua memoria per tanti motivi. Il primo, forse il più facile, essersi sbloccato anche in campionato, dopo il centro decisivo contro l'Empoli in Coppa Italia. Poi c'è molto altro per lui che ha solo assaggiato fugacemente la Sampdoria. Anni ad inseguire il sogno di essere determinante su grandi palcoscenici, con scelte forti, spesso difficili da comprendere: « Dopo il debutto in B al Brescia mi comprò la Sampdoria, ma non andarono tante cose, indipendenti dalla squadra. Io non ero pronto, forse mi mancava qualcosa e la gestione doriana non è stata ottimale con tanti prestiti in giro, non godendo di grande considerazione dall'ambiente. È stato un periodo molto difficile e quando mi sono ritrovato in D sono ripartito da 0 per provare a risalire, contando solo sulle mie forze. Caratterialmente sono molto convinto dei miei mezzi e la scelta ha ripagato, perché ho ritrovato me stesso sportivamente e mentalmente. Il gol al Ferraris è un motivo di orgoglio personale, più che di rivalsa verso la Sampdoria». 

E per il Cittadella, che ha conquistato 3 punti fondamentali. «Il morale è alto per il primo gol stagionale, per la vittoria, per averlo fatto a Genova. Tutta la squadra ha il morale alto. L'importante è aver vinto, in secondo piano c'è la soddisfazione personale».

A chi dedichi questa rete? «Alla mia famiglia. Ho avuto la fortuna di avere persone che mi sono sempre stato al fianco in ogni decisione presa. Per la compagna e i figli avere un calciatore in casa non è facile: penso agli spostamenti, alle scelte o alle decisioni prese. La mia compagna e mio figlio mi hanno sempre aiutato, non mi hanno mai fatto pesare una scelta e mi hanno capito, dandomi sicurezza. Cito poi altre due figure: mia madre e il mio procuratore, un vero amico sempre pronto a supportarmi».

A proposito di tuo figlio, anche lui attaccante nelle giovanili del Cittadella? «Si, studia già i movimenti da attaccante. Speriamo lo faccia meglio di quanto facessi io alla sua età! Gli auguro il meglio, che non significa essere un calciatore giocaforza. Sono orgoglioso vederlo mettersi in gioco».

Hai pagato una cena a Carissoni per la rete segnata? «È bello vedere come la panchina fornisca sempre il suo apporto, tanto quanto chi parte dall'inizio. Una nota positivissima. Sapere che chi gioca o non gioca dà il 100% è un motivo di tranquillità per chi parte dall'inizio. C'è da applaudire chi gestisce la squadra».

Carissoni sarà la sorpresa del campionato? «Al momento non mi sento di sbilanciarmi, ma posso dire che i nuovi sembrano ad un grande livello. Mi sembrano mentalizzati sulle stesse onde del Cittadella».

Sinora hai giocato spesso in coppia con Pittarello. Ti trovi bene con lui? «Siamo entrambi degli agonisti, un po' come gli altri colleghi di reparto. Con il nostro gioco è fondamentale questa dote, oltre a pressare forte. Mi aiuta molto in queste fasi ed è molto positivo».

Prossima partita contro il Como. «Ora il più difficile viene su noi stessi. Non possiamo sentirci troppo forti dopo una vittoria al Ferraris, anche se è un bel punto di partenza. A livello inconscio non possiamo stare sereni, dobbiamo avere l'atteggiamento fatto vedere in queste partite».

Che atmosfera si respira all'interno dello spogliatoio? «Sicuramente c'è una grande unità d'intenti. Si sta molto bene insieme, siamo coesi e credo riusciamo a trasferirlo anche sul campo. Andiamo a 2000 in allenamento, non c'è il nuovo che non si è inserito e non ha capito come funziona a Cittadella. In questo senso tutti stiamo dando il nostro contributo ed allenamento dopo allenamento l'asticella si alza».

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