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A caccia di acqua e cibo: cinghiali devastano campi di mais ai piedi dei Colli Euganei

La titolare dell’azienda agricola ha segnalato ai responsabili di Coldiretti Padova danni tra il 20 e il 30% su un’area di circa 7 ettari

Bisogna addentrarsi di alcuni metri tra il mais ormai alto per capire cosa possono fate i cinghiali in poche ore: alla ricerca di cibo e di acqua, soprattutto in questi giorni d’estate, un branco ha lasciato danni evidenti in un appezzamento agricolo coltivato a mais a Cervarese Santa Croce.

Danni

La titolare dell’azienda agricola ha segnalato ai responsabili di Coldiretti Padova danni tra il 20 e il 30% su un’area di circa 7 ettari. Il mais ormai supera i 2 metri in altezza e le piante prossime alla maturazione e ricche d’acqua attirano i cinghiali che nottetempo scendono dai boschi dei vicini Colli Euganei. Afferma Massimo Bressan, presidente di Coldiretti Padova: «Siamo fuori dall’area del Parco di circa mezzo chilometro ed è evidente che tutta la zona pedecollinare patisce i medesimi effetti dell’impatto della ancora numerosa popolazione di cinghiali della zona. In questi giorni di caldo gli animali escono dal bosco alla ricerca d’acqua e le coltivazioni di mais sono quanto di meglio potrebbero trovare perché garantiscono cibo a volontà e sono anche ricche d’acqua. Sempre in quel fondo c’è una parte di terreno in cui la proprietaria aveva fatto una risemina e il mais è meno maturo. I cinghiali lo sanno e infatti hanno evitato di addentrarsi in quella zona, invece nei prossimi giorni potrebbero tornare nel terreno che hanno già visitato, aumentando il danno». Fuori dall’area del Parco Colli Euganei la competenza per le azioni di controllo della popolazione dei cinghiali è della Provincia, ma Coldiretti ritiene necessario mettere ordine a livello nazionale all’emergenza cinghiali, in modo da avere linee di azione più efficaci e valide per l’intero territorio, senza perdere anni, come è successo, solo per l’attribuzione delle competenze, per decidere chi deve fare cosa. Aggiunge Bressan: «È evidente che la situazione è insostenibile e che di questo passo continueremo a contare i danni all’agricoltura. Oggi tocca al mais, fra qualche giorno sarà la volta dei vigneti, quindi degli ulivi e dei frutteti, per non parlare degli effetti sull’ambiente, come abbiamo dimostrato anche con uno specifico studio dell’Università sul dissesto idrogeologico provocato proprio dai cinghiali. Serve un’azione a più ampio raggio e, come sta chiedendo da tempo Coldiretti a livello confederale, va modificata al più presto la legge nazionale. Non possiamo permetterci il lusso di perdere altro tempo, a rimetterci sono centinaia di imprese non solo all’interno dell’area Parco. Il lockdown ha lasciato il segno e provocato una battuta d’arresto sulle azioni di contrasto e dobbiamo recuperare in fretta il terreno perduto nei mesi scorsi».

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