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GUERRA IN UCRAINA

La guerra in Ucraina vista dai social, l'analisi di Hyperion sulla comunità veneta

Dall’analisi dei dati testuali prodotti dalla comunità del Veneto, l'osservatorio del Bo Hyperion ha osservato come questa settimana nel 75,07% delle produzioni discorsive intercettate una parte dei cittadini della Regione Veneto configuri il conflitto attraverso una distinzione tra parte offesa ed offensore

A fronte di uno stallo nei negoziati tra Russia e Ucraina e dell’inasprimento della contrapposizione mediatica tra il Cremlino e i vertici occidentali, i testi prodotti nei social dei cittadini veneti nella settimana dal 13 al 19 maggio si polarizzano su due posizioni distinte: la maggior parte di questi (il 75,07%) mette in luce la tendenza dei cittadini a schierarsi a favore o contro gli scontri armati, mentre un 24,93% va oltre lo schieramento considerando la gestione delle ricadute comunitarie.

L'osservatorio Hyperion

In particolare, dall’analisi dei dati testuali prodotti dalla comunità del Veneto, l'osservatorio del Bo Hyperion ha osservato come questa settimana nel 75,07% delle produzioni discorsive intercettate una parte dei cittadini della Regione Veneto configuri il conflitto attraverso una distinzione tra parte offesa ed offensore e, sulla scorta di tale dicotomia, giudica l’adeguatezza dei provvedimenti politici che alcuni Stati e Organizzazioni internazionali intraprendono a sostegno delle nazioni belligeranti (“fino a prova contraria è stata l’Ucraina ad essere invasa, dovremmo forse lasciarla a se stessa? Pensate prima di commentare”). La definizione degli accadimenti in questi termini porta dunque con sé la tendenza a stabilire l’esistenza di due parti (Russia e Ucraina) rispetto a cui diviene necessario schierarsi, e le decisioni delle stesse non vengono valutate in relazione a quanto si ritiene siano utili per gestire l’emergenza in atto e le relative ricadute, ma piuttosto giudicate rispetto a quale parte ha effettuato il provvedimento, schierandosi a favore della parte che si mira a sostenere. Viceversa, quasi ¼ dei dati testuali analizzati da Hyperion (24,93%) descrivono l’attuale assetto emergenziale oltre i confini geopolitici di Russia e Ucraina e considerando gli accadimenti rispetto all’impatto che hanno avuto e possono avere a livello comunitario. Questa parte di dati testuali, riconoscendo il conflitto armato non si limita a commentare la situazione per prendere una posizione rispetto alla stessa, ma descrive ciò che accade considerando che le decisioni prese a livello istituzionale da qualunque Stato coinvolto (fra cui anche Nato e Italia), hanno delle ricadute sulla quotidianità di ogni cittadino (anche veneto). Infatti, tanto più gli Stati e le Istituzioni vengono configurate dai cittadini come “pedine di una scacchiera”, tanto più si considera il contributo di ognuno come una “mossa” che apre (o chiude) possibilità agli altri ruoli. In questo modo, l’impatto che gli accadimenti in Ucraina stanno avendo sul settore energetico italiano è contemplato come ricaduta di alcune scelte intraprese da tutti gli Stati (Europei e non) e non come conseguenze di una guerra che coinvolge solo alcuni. A fronte di quanto emerso dall’analisi dei dati testuali, l’Osservatorio Hyperion si anticipa due scenari possibili: da una parte, il rischio che l’Osservatorio Hyperion ravvisa qualora i cittadini continuassero a valutare i provvedimenti istituzionali utilizzando come esclusivo metro di giudizio lo schieramento (Russia o Ucraina) per cui parteggiano è che si trovino impreparati di fronte alle ricadute che le misure adottate hanno al di fuori dei confini geo-politici dei paesi direttamente coinvolti negli scontri armati; d’altra parte, quanto più si incrementano le modalità osservate nel 24,93% dei dati, tanto più si considera la vicenda in Ucraina un’emergenza a cui tutti siamo chiamati a contribuire e le cui ricadute non si rischiano di imputare esclusivamente agli stati belligeranti (in questo caso Russia e Ucraina).

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