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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Taglio dei pasti gratis in mensa, la replica dell'Esu: «Non dipende da noi»

A spiegare la situazione è il presidente Giuseppe Maschera: «Sono comprensibili le ragioni della protesta, ma l’applicazione di una tariffa agli studenti borsisti in sede è imposta dall’art. 3 del decreto del Ministero dell’Università e della Ricerca n. 1320 del 17 dicembre 2021»

«Sono comprensibili le ragioni della protesta per l’applicazione agli studenti borsisti “in sede” della tariffa di 2,70 euro per la consumazione del pasto giornaliero nelle ristorazioni di Esu. Ciò che non accettiamo, perché fonte di informazione non veritiera, è addebitare il fatto a scelte della Regione Veneto o dell’Azienda per il Diritto allo Studio Universitario»: interviene così il presidente dell’Esu di Padova, Giuseppe Maschera, in merito al sit in organizzato ieri, mercoledì 31 gennaio, dagli studenti di Udu davanti alla mensa Piovego.

Esu Padova

Entrando maggiormente nel dettaglio il presidente Maschera spiega: «Da una parte comprendiamo il disagio di chi sino al 31 dicembre scorso accedeva gratuitamente al pasto e dal giorno successivo ha dovuto iniziare a pagarlo, dall’altra va detto con chiarezza - normativa alla mano - che l’applicazione di una tariffa agli studenti borsisti in sede è imposta dall’art. 3, comma 7, del Decreto del Ministero dell’Università e della Ricerca n. 1320 del 17 dicembre 2021 (Governo Draghi), nella parte in cui prevede la gratuità del pasto solo per gli studenti borsisti “fuori sede” e “pendolari”, a fronte di una trattenuta sulla borsa di studio assegnata. Il principio originante di questo diversificato trattamento risiede appunto nel fatto che gli studenti borsisti “fuori sede” e “pendolari”, contribuiscono al sostegno dei costi complessivi del servizio di ristorazione tramite un contributo finanziario che va a ridurre il valore della loro borsa di studio, mentre agli studenti borsisti “in sede”, non viene applicata alcuna trattenuta sulla borsa. Va, infine, considerato che la tariffa applicata è la più bassa tra quelle definite dalla Regione per l’accesso al servizio di ristorazione universitaria. Un valore di 2,70 euro a pasto che a fronte di un primo a scelta tra tre, un secondo a scelta tra quattro, un contorno a scelta cotto o crudo, dessert e bevande, si configura come un contributo rispetto ai costi reali del servizio che vengono comunque sostenuti da Esu. Regione Veneto ed Esu di Padova hanno quindi dato precisa e puntuale applicazione al provvedimento ministeriale con il quale si sono definiti i nuovi livelli essenziali delle prestazioni a seguito dei finanziamenti ad essi destinati nell’ambito del Pnrr». 

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