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La siccità non concede tregua: nei campi padovani danni per 100 milioni di euro

Le scarsissime precipitazioni di questi giorni sono trascurabili in termini di apporto idrico, mentre la grandine e il vento forte hanno imperversato per tutta la settimana, allungando la lista dei danni di altre decine di migliaia di euro

La siccità non concede tregua e, settimana dopo settimana, fa salire il conto dei danni in agricoltura: dall’inizio dell’anno, stima Coldiretti Padova, sono già persi circa 100 milioni di euro tra seminativi a pieno campo, ortaggi e frutteti.

Siccità e grandine

In Veneto i danni ammontano ad oltre 800 milioni di euro, ma la cifra è destinata a salire se non pioverà sul serio. Le scarsissime precipitazioni di questi giorni infatti sono trascurabili in termini di apporto idrico, mentre la grandine e il vento forte hanno imperversato per tutta la settimana, allungando la lista dei danni di altre decine di migliaia di euro. L’ultima sferzata ieri pomeriggio e sera, in diverse zone della provincia. Intensa e violenta la tempesta ha segnato le coltivazioni in campo Fontaniva, Villafranca Padovana, Piazzola sul Brenta, Anguillara, per poi spostarsi a Este, Baone, Lozzo ed Ospedaletto. Le coltivazioni in campo non sono state risparmiate seppur il fortunale si è abbattuto a macchia di leopardo. I tecnici di Coldiretti Padova stanno registrando le segnalazioni per effettuare sopralluoghi presso le aziende interessate anche dalle forti raffiche di vento che hanno divelto serre e annessi rustici. Ancora una volta dove la grandine ha colpito con maggiore intensità sono andate distrutte le coltivazioni a pieno campo. In un’azienda di Villafranca Padovana, informa Coldiretti Padova, è perduto il raccolto di peperoni, letteralmente bombardati dalla grandine, ma anche zucchine e pomodori. Compromessi anche il mais su decine di ettari colpiti dalla grandine e dal vento forte, come l’erba medica e la soia che stava crescendo su terreni aridi e quindi con difficoltà. Fenomeni imprevedibili come questo si sono riscontrati durante tutto il primo semestre 2022 che -  ricorda Coldiretti Padova - si classifica come uno degli anni più caldi di sempre, con una frequenza di eventi avversi in costante aumento.

Coldiretti Padova

«Le perturbazioni di questi giorni - spiega Massimo Bressan, presidente di Coldiretti Padova - colpiscono un territorio indebolito dall’assenza di precipitazioni. Nella Bassa Padovana la situazione è drammatica e nei campi in cui non è possibile irrigare le coltivazioni sono ormai rinsecchite. Abbiamo distese di mais ingiallito e accartocciato per mancanza d’acqua, di soia che appena spuntata dal terreno è già bruciata, di ortaggi e frutta arsa dal sole e dalle elevate temperature. Anche i vigneti sono in sofferenza idrica e se non pioverà la produzione ne risentirà. La pioggia è attesa per combattere la siccità nelle campagne ma per essere di sollievo deve durare a lungo, cadere in maniera costante e non troppo intensa, mentre i forti temporali, soprattutto con precipitazioni violente, provocano danni poiché i terreni non riescono ad assorbire l’acqua che cade e tende ad allontanarsi per scorrimento provocando frane e smottamenti. La grandine è la più temuta dagli agricoltori per i danni irreversibili che provoca ai raccolti e in una manciata di minuti è in grado di distruggere il lavoro di un anno in una situazione in cui la siccità ha già avuto un impatto devastante sulle produzioni che fanno segnare cali di oltre il 30% per il mais e i foraggi che servono all’alimentazione degli animali, del 20% per il latte nelle stalle con le mucche stressate dal caldo afoso, del 30% per il frumento duro. In diminuzione di oltre 1/5 le produzioni di frumento tenero, ma crollano del 30% pure la produzione di riso, del 15% quella della frutta ustionata da temperature elevate e assalita dai parassiti. Siamo di fronte alle conseguenze dei cambiamenti climatici con il moltiplicarsi di eventi estremi e una tendenza alla tropicalizzazione con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo. Il risultato è un conto sempre più drammatico per l’agricoltura, tra perdite della produzione e danni alle strutture e alle infrastrutture».

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