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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Dalla "doppia vita" della vimentina nuove terapie per la lotta ai tumori: la scoperta dei ricercatori Unipd

I risultati pubblicati da un gruppo di ricercatori dell’Università di Padova indicano che il legame tra la proteina vimentina e il Dna possa essere funzionale alla proteina stessa per far crescere e muovere le cellule tumorali.

I risultati pubblicati da un gruppo di ricercatori dell’Università di Padova indicano che il legame tra la proteina vimentina e il Dna possa essere funzionale alla proteina stessa per far crescere e muovere le cellule tumorali.

Ricerca

L’articolo è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista "Nucleic Acids Research" (con il titolo “Vimentin binds to G-quadruplex repeats found at telomeres and gene promoters”) dal gruppo coordinato dalla professoressa Claudia Sissi del Dipartimento di Scienze del Farmaco dell’Università degli Studi di Padova. I dati sono stati ottenuti nell’ambito di una linea di ricerca in cui si tenta di utilizzare alcune peculiarità strutturali di porzioni del genoma per nuovi approcci terapeutici in campo oncologico. Nel Dna ci sono sequenze in grado di ripiegarsi in modo anomalo in strutture definite non canoniche, tra cui quelle note come G-quadruplex sono quelle a oggi più ampiamente studiate. Ma perché in alcuni segmenti del genoma queste sequenze si sistemano vicine l’una all’altra? Ci sono utili per identificare nuovi bersagli terapeutici? «La voglia di rispondere a queste domande - dice Claudia Sissi del Dipartimento di Scienze del Farmaco - ci ha spinto a metterci in rete costituendo un gruppo interdisciplinare. Le competenze sullo studio e la caratterizzazione degli acidi nucleici e delle proteine, presenti nel Dipartimento di Scienze del Farmaco, si sono arricchite delle capacità bioinformatiche del gruppo del Prof. Stefano Toppo, del Dipartimento di Medicina Molecolare, e dell’esperienza in ambito cellulare del gruppo della Prof.ssa Mery Giantin, del Dipartimento di Biomedicina Comparata e Alimentazione».

Vimentina

Questo modo di lavorare ha consentito di rivelare la “doppia vita” della vimentina. Questa proteina è nota per formare dei filamenti che creano una sorta di rete, la quale rinforza la struttura della cellula e le consente di spostarsi. La vimentina è presente anche nel nucleo delle cellule dove è conservato il Dna. Studiando alcuni frammenti di Dna, che sappiamo essere importanti per controllare la crescita di cellule tumorali, è stato dimostrato che questa proteina si lega in modo specifico a siti del genoma dove due o più strutture G-quadruplex sono vicine. La distribuzione della proteina che ne risulta non è casuale: il gruppo di ricerca padovano ha osservato che si concentra proprio su quei geni necessari alla vimentina per far crescere e muovere le cellule tumorali.

Nuovo approccio terapeutico

«Questa visione di ricerca integrata - conclude Claudia Sissi del Dipartimento di Scienze del Farmaco - ci ha consentito di identificare un nuovo bersaglio terapeutico che può ora essere utilizzato per mettere a punto un nuovo approccio terapeutico in campo oncologico. Impedendo il legame della proteina a questi siti del Dna si potrebbe forse inibire la formazione delle metastasi da parte delle cellule tumorali. Da un lato si eviterebbe così che la malattia si estenda a vari organi, dall’altro si limiterebbe la replicazione delle cellule tumorali. Questo rallentamento potrebbe dare più tempo per intervenire in modo mirato ed efficiente». Lo studio è stato sostenuto da Fondazione Airc per la Ricerca sul Cancro.

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