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Cronaca Cadoneghe

Autovelox Cadoneghe: si ipotizza l'annullamento di tutte le sanzioni

L'indagine coordinata dal pubblico ministero Benedetto Roberti punta sul fatto che i dispositivi elettronici installati a giugno non sarebbero mai stati tarati e questo rappresenta un nodo cruciale su tutta la vicenda

La "telenovela" dell'estate si sta dilatando a macchia d'olio. Dopo le multe per eccesso di velocità - oltre 24mila in pochi giorni - le proteste degli automobilisti, l'attentato all'autovelox, adesso è arrivata anche l'indagine coordinata dalla Procura con i primi due avvisi di garanzia. Un'indagine in divenire seguita dal pubblico ministero Benedetto Roberti che di fatto ha l'obiettivo di andare a scovare possibili irregolarità nell'installazione e nella successiva messa in opera dei rilevatori di velocità lungo la Vecchia Statale del Santo. Gli strumenti sono stati installati il 23 agosto scorso e da quel giorno è  stato un escalation di multe che hanno alterato la psiche di chi quella strada la percorre anche quattro volte al giorno per lavoro e si è trovato di fronte ad una collezione di sanzioni per aver oltrepassato il limite dei 50 chilometri orari anche di poco. 

Cosa contesta la Procura

Il comandante dei vigili di Cadoneghe Giampietro Moro, e un suo sottoposto sono ora sotto la lente d'ingrandimento della Procura per falso ideologico commesso da pubblico ufficiale. L'inchiesta del pm Roberti potrebbe aprire scenari impensati, compreso l'annullamento di tutte le multe elevate. Resta da capire se questo passaggio potrà avvenire attraverso un ricorso dei multati o ad un'azione in prima persona del comune di Cadoneghe attraverso l'annullamento di tutte le sanzioni. 

La storia

Il 23 di giugno sono stati attivati i due autovelox lungo la Strada del Santo, uno in prossimità dell’incrocio con via Donizetti, l’altro vicino alla tigelleria “Ama”. Ma, secondo l’accusa, la polizia locale di Cadoneghe, ha commesso un errore. I due rilevatori non sono stati mai tarati come invece prevede il regolamento del Ministero dell’Interno. I due autovelox, prima di essere attivati, avrebbero dovuto misurare la velocità di almeno una ventina di mezzi in corsa in un lasso temporale prestabilito così da essere tarati, appunto, per “pizzicare” i veicoli in transito sopra i 50 km orari. Non essendo stata effettuata questa procedura è  bastato per far partire l'indagine, che ha portato alla perquisizione degli uffici del Comando martedì 5 settembre, i relativi sequestri di pc e documentazione cartacea e ai due avvisi di garanzia.

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