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Cronaca

Riina jr, contributi economici dalla mafia: 2 assegni al figlio del boss

Da Cosa Nostra, denaro per aiutare il terzogenito di Totò a rifarsi una vita a Padova, dove si trova in regime di sorveglianza. È emerso da intercettazioni telefoniche nell'inchiesta sul presunto attentato ad Alfano

Due assegni, uno da 4mila euro e uno dall'entità non precisata, nel giro di 15 giorni. Sarebbero stati elargiti al figlio di Salvatore Riina, il boss di Cosa Nostra, che dall'aprile del 2012 si trova in regime di sorveglianza a Padova, per aiutarlo a rifarsi una vita lontano da Corleone. È l'ipotesi dei sostituti procuratori di Palermo Caterina Malagoli, Sergio Demontis e Gaspare Spedale, che, come riportano i quotidiani locali, nelle scorse settimane, hanno disposto il fermo di alcuni presunti membri di spicco del mandamento mafioso di Corleone.

AIUTI ECONOMICI AL FIGLIO DEL BOSS MAFIOSO. Il provvedimento rientra nell'ambito dell'inchiesta sul presunto attentato ai danni del ministro dell'Interno Angelino Alfano, per avere inasprito il carcere duro. Inchiesta nella quale Giuseppe Salvatore Riina non figura come indagato. Tuttavia, il suo nome comparirebbe per ben 271 volte negli atti. In particolare, il presunto aiuto economico per il terzogenito di Totò Riina, emergerebbe da un'intercettazione telefonica nella quale si parla di un "contributo di solidarietà" nei suoi confronti.

L'AVVOCATO DI SALVUCCIO. Ipotesi contestata da Francesca Casarotto, avvocato di Salvuccio, che parla di telefonate "vecchie", sostenendo che non ci siano prove di collegamenti e rapporti tra il suo assistito ed esponenti della malavita da quando il terzogenito del boss ha pagato il suo conto con la giustizia.

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