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Aviaria, rientra l'allerta

Buone notizie dal Tavolo avicolo riunito in Provincia di Padova: da più di tre settimane non sono stati rilevati nuovi focolai nel territorio

Buone notizie dal Tavolo avicolo riunito in Provincia di Padova: da più di tre settimane non sono stati rilevati nuovi focolai nel territorio. All’incontro erano presenti il consigliere delegato all’Ambiente Fabio Miotti, il direttore dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie Antonia Ricci, il presidente degli Avicoltori Veneti Renato Rossi, i rappresentanti dell’ULSS, delle associazioni di categoria Coldiretti, Confagricoltura e CIA, delle maggiori ditte avicole, numerosi allevatori e alcuni amministratori dei comuni interessati. «Fortunatamente la fase critica sembra passata – ha detto il presidente della Provincia di Padova Fabio Bui – ma occorre comunque attenzione massima. La Provincia di Padova si fa interprete di queste problematiche cercando di sollecitare ogni azione atta a risolvere le difficoltà. Le conseguenze dell’abbattimento dei capi si percepiranno infatti nelle prossime settimane, quando verranno a mancare dalla produzione gli animali demoliti a causa della malattia».  

Focolai

Negli allevamenti contagiati sono state effettuate operazioni di abbattimento, pulizia e disinfezione e ora gli stessi sono pronti ad accogliere nuovi accasamenti in tutta sicurezza. Fondamentale è l’applicazione scrupolosa delle norme di bio sicurezza per riprendere appena possibile la produzione. Il che vuol dire disinfettare gli ambienti, attrezzare il personale che accede all’allevamento, allontanare le deiezioni degli animali, isolare l’allevamento limitando l’ingresso del personale esterno. Attività che gli allevatori ritengono cruciali per contrastare la diffusione dell’influenza aviaria. «Ora che l’emergenza è passata – ha dichiarato Fabio Miotti – bisogna pensare velocemente agli indennizzi per sanare il grave danno che l’influenza aviaria ha causato a molti allevatori. A breve ci sarà una verifica a livello europeo sulle misure sanitarie adottate e sulla regolarità di richiesta dei risarcimenti, ma nel frattempo è necessario implementare il monitoraggio degli animali selvatici e dei rurali che sono sottoposti a minori controlli, ma sono fonte di rischio per i contagi. Nelle prossime ore, l’unità di crisi ridefinirà le zone e si potrà procedere alla programmazione dei nuovi accasamenti, che nella zona arancio potranno essere mono-specie e nelle zone verdi multi-specie (tacchini, polli, ovaiole). Accasamenti che potranno comunque avere una densità minore rispetto ai precedenti per mantenere la massima attenzione al problema. Questa epidemia, ci ha insegnato molto. E’ stata diversa rispetto a quella di inizio secolo con pollo da carne che ha rappresentato il segmento più colpito dal virus, ma in futuro si dovranno prevedere nuove regole per rafforzare la prevenzione, anche con maggiori controlli alla fauna selvatica che rappresenta il vettore del virus. Fondamentale è anche l’informazione che potrà aiutare e implementare le regole di biosicurezza negli allevamenti e migliorare i piani di emergenza nell’eventualità di future situazioni di difficoltà, anche identificando nuove strade che consentano un rapido smaltimento delle carcasse».

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