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Coalizione Civica: «Donazzan con quelle parole legittima abusi e violenza sui detenuti»

Durissime critiche arrivano soprattutto da sinistra verso l'assessora regionale che ha pronunciato la frase «non esistono regole di ingaggio chiare in assoluto quando abbiamo a che fare con la peggiore umanità» stanno attirando verso di lei un mare di critiche. Anche la consigliera regionale Ostanel all'attacco della Donazzan

Una persona non è il suo reato è una delle frasi che più frequentemente si sentono quando si entra in un carcere per progetti da svolgere all'interno relazionandosi con un detenuto. Anche per questo le dichiarazioni rilasciate durante un sit in delle guardie carcerarie fuori dal Due Palazzi da un esponente della giunta regionale hanno creato un putiferio.«Le parole di Elena Donazzan, assessore regionale al lavoro, esponente di Fratelli d’Italia, davanti alla casa circondariale di Padova, in un momento di particolare tensione, sono irresponsabili e illegittime». Non ci gira troppo intorno l'avvocata Aurora D'Agostino, in una nota, condivisa anche da Coalizione Civica, spiega nel dettaglio perché sono fuori luogo le parole dell'assessora. «Un soggetto con responsabilità istituzionali non può affermare impunemente che “non esistono regole di ingaggio chiare in assoluto quando abbiamo a che fare con la peggiore umanità”, un’espressione che, oltre che assolutamente incivile e non rispettosa dei nostri principi costituzionali, è oggettivamente idonea, tanto più in un momento di tensione e di stress manifestato dagli agenti della polizia penitenziaria, a trasmettere il messaggio “liberi di fare quello che volete”, con ogni mezzo necessario», sottolinea D'Agostino.

L'avvocata è entrata nel merito di quanto detto dall'esponente di Fratelii d'Italia che non è la prima volta che subisce critiche dopo affermazioni che cozzano con il ruolo istituzionale che copre. «Le “regole di ingaggio” (terminologia che riporta purtroppo alla memoria le violazioni commesse dalle forze dell'ordine durante il G8 di Genova) esistono eccome, vanno rispettate eccome, e sono le norme contenute nella Costituzione, nelle leggi e nei regolamenti di Polizia di Stato, nell’ordinamento penitenziario, e dicono esattamente l’opposto di quanto afferma Elena Donazzan: che non esiste uso gratuito della violenza, neppure da parte delle forze dell’ordine, che il carcere e la pena devono tendere alla rieducazione del condannato (e tanti detenuti non lo sono ancora, ricordiamolo), che le condizioni di detenzione devono avere caratteristiche che oggi non hanno e che sono più che note a tutti e denunciate da situazioni di disperazione che hanno portato anche in queste ultime settimane a suicidi in carcere». Infine un'ultima stilettata: «Per usare il suo gergo, l’assessore regionale Donazzan ha dimostrato ormai abbondantemente di rientrare nella “peggiore classe politicante”. E’ ora che la smetta di nuocere, soprattutto in momenti e terreni così delicati, e che le vengano ritirate tutte le deleghe con responsabilità di governo che evidentemente non è in grado di svolgere».

Non c'è andata leggera neppure la consigliera regionale Elena Ostanel. «'La peggiore umanità'. 'La parte degenerata della società'. Parole gravissime quelle di Donazzan, cui non basta un comunicato scritto col bilancino, il giorno dopo, per metterci una pezza. C'è un disallineamento tra l'autorevolezza e la compostezza che richiederebbe il ruolo che occupa e quello che ha detto ieri. Siamo qui per farlo notare».  Lo dice, in un intervento a commento delle dichiarazioni dall’assessore regionale Elena Donazzan al carcere due Palazzi di Padova, Elena Ostanel, consigliera regionale del gruppo Il Veneto che Vogliamo, che prosegue:  «Sono parole da non accettare, da non derubricare come sfogo da “law and order” nell'ultimo caldo estivo. Per due motivi. Il primo è che al solito, si getta fumo negli occhi. Perché basta leggere i dati per capire che le criticità sono funzionali. Sono il sovraffollamento, gli scarsi investimenti nelle attività riabilitative, la perdurante carenza di personale di polizia penitenziaria, che fatica “a garantire i livelli minimi di sicurezza”. 
Il secondo è che si disumanizza, come spesso fa l’assessore con i suoi bersagli, al nemico si toglie dignità umana, lo si schiaccia, lo si sbatte in un livello inferiore. E invece negli istituti di pena italiani ci sono persone: il 29% della popolazione carceraria ha più di 50 anni, le donne sono il 4,4%, il 31,6% è iscritto a un corso scolastico». La consigliera poi fa notare un problema annoso e mai risolto che riguarda le carceri: «Ora al governo ci sono i colleghi e i sodali dell’assessore Donazzan. Piuttosto di agitare le acque con dichiarazioni urticanti, agiscano per risolvere i problemi. Hanno la potestà per farlo. Invece temiamo che a parlare saranno sempre i dati, che nella loro crudezza non hanno tessera o colore politico. E, tanto per fare un esempio, vedremo – conclude Ostanel – di quanto si abbasserà il tasso di affollamento delle carceri venete, che oggi è al 120%».

Aurora D'agostino (Giuristi Democratici)

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