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Martedì, 30 Aprile 2024
Politica

Immigrazione e accoglienza, Lorenzoni attacca Regione e Governo

Il consigliere regionale Arturo Lorenzoni: «Bastano tre migranti ogni mille abitanti inseriti nel SAI, Sistema di accoglienza e integrazione, per scongiurare un Cas, Centro di accoglienza straordinario, in un Comune. Meglio gestire l’accoglienza, che farsela imporre dall’alto»

«Non più tardi di un mese fa il presidente Zaia aveva tessuto le lodi dell’accoglienza diffusa, salvo poi ricredersi, scaricando sull’UE le colpe della fallimentare gestione dei migranti. I blocchi navali tanto annunciati dall’esecutivo di centrodestra? Ora, a quasi un anno dalle elezioni politiche, scopriamo che erano solo una grande fuffa». Il consigliere regionale Arturo Lorenzoni attacca apertamente sul tema immigrazione la maggioranza: sia a Palazzo Ferro Fini che nel Governo.

«Prendiamo atto una volta per tutte che i nostri governanti non sono in grado di fronteggiare la questione – analizza Lorenzoni – Non un’emergenza, intendiamoci, bensì un fenomeno strutturale che non si fermerà col trascorrere dei mesi e con l’arrivo dell’autunno e dell’inverno. Anzi. Sfruttano la paura dell'invasione, aggiunge “ai soli fini elettorali, per alimentare le paure della gente». Il primo step dal quale partire, precisa, è la reintroduzione della protezione speciale per i migranti che hanno un lavoro. «Una misura, questa, tolta dall’infelice Decreto Cutro dello scorso marzo; si tratta di un particolare permesso di soggiorno, della durata di due anni e rinnovabile, concesso al richiedente asilo che non può ottenere la protezione internazionale e che, nel periodo dell’accoglienza, ha trovato un lavoro con regolare assunzione». Non ha senso, chiaramente, rendere clandestino chi già lavora e si è inserito nel tessuto economico-sociale. Non solo. Nel prossimo bando delle Prefetture relativo all’accoglienza, in uscita tra un paio di settimane, non saranno più previsti corsi di italiano per i migranti, oltre che la figura degli psicologi e degli assistenti sociali adeguatamente formati. «Un’altra scelleratezza del Decreto Cutro. In pratica, si chiede alle cooperative di fornire da mangiare, da bere e un posto dove dormire. Prima parlano di flussi regolari, che servono migliaia e migliaia di lavoratori stagionali stranieri; poi non danno loro nemmeno la possibilità di capire la lingua del Paese in cui si trovano, spesso dopo un viaggio in cui hanno rischiato la vita più volte”. “Quando giungono in Italia, questi ragazzi hanno soltanto voglia di cominciare a lavorare, per mandare il prima possibile dei soldi a casa: le amministrazioni di centrodestra li mettessero nelle condizioni di farlo”. Bighellonare tra una panchina e l’altra non è una loro aspirazione, “come invece vorrebbe far intendere la narrazione che da un decennio viene portata avanti da una certa parte politica». Lorenzoni, infine, ricorda che «bastano tre migranti ogni mille abitanti inseriti nel SAI, Sistema di accoglienza e integrazione, per scongiurare un Cas, Centro di accoglienza straordinario, in un Comune. Meglio gestire l’accoglienza, che farsela imporre dall’alto».

Arturo Lorenzoni -5.

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