Confesercenti, in calo nel 2022 nel Padovano imprese del commercio, ristorazione e alloggi
Nel commercio all'ingrosso e al dettaglio al 31 dicembre 2021 le imprese erano 95.835, mentre il 31 dicembre 2022 sono 93.321 (-2.514). Nel settore alloggi e ristorazione, invece, al 31 dicembre 2021 le imprese erano 30.325, mentre il 31 dicembre 2022 sono 29.767 (-558).
I dati parlano chiaro: anche in Veneto il post pandemia non è stato sinonimo di ripartenza. Nel commercio all'ingrosso e al dettaglio al 31 dicembre 2021 le imprese erano 95.835, mentre il 31 dicembre 2022 sono 93.321 (-2.514). Nel settore alloggi e ristorazione, invece, al 31 dicembre 2021 le imprese erano 30.325, mentre il 31 dicembre 2022 sono 29.767 (-558).
Dati
Di seguito i dati per provincia, che confrontano i numeri al 31/12/2021 con quelli al 31/12/2022:
- Padova: imprese del commercio erano 21.221, ora 20.609 (-612); attività ristorazione e alloggi erano 4.595, ora 4.484 (-111)
- Venezia: commercio ieri 16.212, oggi sono 15.790 (-422); ristorazione e alloggi ieri 7.327, oggi 7.218 (-109)
- Padova: commercio ieri 21.221, oggi 20.609 (-612); ristorazione e alloggi ieri 4.595, oggi 4.484 (-111)
- Rovigo: commercio ieri 4.562, oggi 4.428 (-134); ristorazione e alloggi ieri 1.454, oggi 1.398 (-56)
- Verona: commercio ieri 18.232, oggi 17.603 (-629); ristorazione e alloggi ieri 6.388, oggi 6.299 (-89)
- Vicenza: commercio ieri 16.581, oggi 16.364 (-217); ristorazione e alloggi ieri 4.471, oggi 4.380 (-91)
Dai dati emerge che in Veneto, anche il settore degli alloggi e della ristorazione che negli ultimi dieci anni ha avuto una progressiva e costante crescita, confermandosi un settore forte per la nostra regione, sia dal 2022 in una fase, seppur ancora contenuta, di decrescita.
Confesercenti Veneto
Commenta Cristina Giussani, Presidente Confesercenti Veneto: «La ripartenza post-pandemia non è riuscita a infondere nuovo slancio alle piccole imprese del commercio al dettaglio. Aprire una nuova attività di commercio di vicinato, in un mercato dominato da grandi gruppi e giganti dell’online, è sempre più difficile, come è evidente dal calo delle nuove aperture, inferiore addirittura all’anno della pandemia. A rischio c’è il pluralismo del sistema distributivo e il servizio ai cittadini: proprio l’anno della pandemia ha dimostrato il valore della rete dei piccoli negozi - dagli alimentari alle edicole - per la popolazione. Occorre aiutare le piccole superfici di vendita a inserirsi nel mercato e a restarci. Innanzitutto, puntando di più sulle politiche attive, a partire dalla formazione imprenditoriale e dal tutoraggio delle start-up da parte delle associazioni di categoria. Ma servirebbe una spinta anche sul piano fiscale, con un regime agevolato per le attività di vicinato».