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Martedì, 30 Aprile 2024
Politica Montà / Via Due Palazzi

Già tre morti dall'inizio dell'anno: nelle carceri c'è bisogno di medici e psicologi

Anche per questo il sottosegretario alla giustizia Ostellari ha avviato con il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, un tavolo di lavoro e sarà di nuovo a Montorio venerdì prossimo

In un tempo in cui le emergenze sono talmente all'ordine del giorno che a volte è davvero complicato distinguere quando è allarme vero e quando invece no, quello del sovrafollamento delle carceri, delle condizioni in cui vivono i detenuti è una questione aperta da anni. E se si è ripreso a parlare di questo tema è perché mai come in questi mesi si sono verificati gravi episodi nei penitenziari italiani. Dall'inizio dell'anno si contano già 3 morti. E siamo solo al giorno 9. Nel 2023 sono stati registrati 155 decessi, di questi 68 sono stati derubricati come suicidi.

L'ultimo caso è quello del 27enne Stefano Voltolina, che si è tolto la vita nel carcere di Padova, il Due Palazzi. Prima di lui ci sono stati il suicidio di Matteo Concetti, 23 anni, a Montacuto in provincia Ancona e la morte del 32enne Alexandro Esposito nel carcere napoletano di Poggioreale. Per quanto riguarda il caso avvenuto in Campania c'è un giallo visto che sul corpo del giovane sono stati riscontrati segni di violenza. L'autopsia dirà di più, perché potrebbe anche essere stato ucciso. Per quanto riguarda invece il caso di Matteo Concetti, invece, è stata in qualche modo quella che si potrebbe definire una morte annunciata. Il giorno prima infatti, durante il colloquio con la madre, il 23enne aveva minacciato di togliersi la vita se fosse stato nuovamente messo in isolamento. La donna si era anche rivolta alla senatrice Ilaria Cucchi per far sì che si intervenisse evitando la punizione che era scattata a causa di un’aggressione nei confronti di un agente della Polizia Penitenziaria. Non c'è n'è stato il tempo.

Ma da chi è formata la popolazione carceraria? Solo da persone che delinquono? Ci sono certo, ma ormai ad affollare le celle si trovano anche un elevato numero di tossicodipendenti o di persone con disturbi mentali. E ci sono anche tanti che sono in attesa di giudizio. Tutte figure che potrebbero scontare le pene in modo alternativo. I detenuti "problematici" non possono essere seguiti correttamente dagli agenti di Polizia Penitenziaria, ci vuole personale medico, psicologi. E visto che questo personale dovrebbe essere individuato e "fornito" dalle regioni, come si può pensare che in un momento storico come quello che stiamo vivendo con la carenza di medici nei Pronto Soccorso e negli ospedali per non parlare dei servizi relativi alla salute mentale di cui c'è sempre più bisogno, facciano la scelta di indirizzarli nelle carceri? La voce di due nuovi tentativi di suicidio nel carcere di Montorio a Verona non è stata confermata dalle autorità ma la voce non confermata è girata talmente che alla fine è diventata una notizia. Del carcere veronese in realtà fino a giusto un mese e mezzo fa non se n'era occupato nessuno a parte chi ogni giorno lavora su questi questi temi. Poi il 25 novembre c'è entrato Filippo Turetta, l'assassino di Giulia Cecchettin, e da quel giorno tutta Italia conosce il carcere di Montorio. Due sezioni, una maschile e una femminile, dove è detenuta anche Valentina Boscaro che deve scontare 24 anni di reclusione per aver ucciso con una pugnalata al cuore Mattia Caruso ad Abano Terme la notte del 25 settembre 2022. A Montorio è detenuto anche Massimo Zen, l'ex guardia giurata di Cittadella condannato a 9 anni e 6 mesi per omicidio volontario dopo aver sparato a un ladro in fuga uccidendolo il 22 aprile 2017. Eppure è Turetta quello che ha fatto accendere l'attenzione sul carcere veronese. 

Nel penitenziario ci sono 335 posti previsti a fronte dei 526 detenuti presenti. Numeri che visti così sono impietosi ma se si usassero i parametri utilizzatai negli altri paesi europei si scoprirebbe che lo spazio a cui ha diritto un detenuto italiano è maggiore. Questo non significa naturalmente che le cose vanno bene. A Montorio è presente anche una sezione ad alto trattamento psicologico. Lì è dove si trova il 22enne di Torreglia insieme ad altri 29 soggetti ritenuti a rischio suicidario. Si è tanto scritto della play station, donata dal garante dei detenuti proprio a quei trenta ospiti quasi da creare uno scontro, una malsana competizione tra reclusi. Alimentata da fuori, va detto. Sono trenta i detenuti che si trovano lì perché per essere seguiti 24 ore su 24 deve essere garantita la presenza di personale specializzato e dello psicologo. Il fatto però che si siano verificati dei suicidi in un carcere dove c'è una sezione apposita per chi viene ritenuto a rischio, può anche essere stato causato da una errata valutazione a monte.

Anche questa è una delle questioni che affronterà Venerdì 12 gennaio il Sottosegretario di Stato alla Giustizia con delega al Trattamento dei detenuti, sen. Andrea Ostellari, che visiterà proprio la Casa circondariale di Verona - Montorio. Non è la sua prima visita nel veronese, questo perché è chiaro che considera anche lui problematica quella situazione. Probabilmente anche per questo prima di Natale, Ostellari ha avviato con il Ministro della Salute, Orazio Schillaci un tavolo di lavoro, un percorso per trovare le risorse umane che servono per far funzionare le carceri. Trovare personale sanitario specializzato da introdurre nei penitenziari non sarà comunque semplice e ci vorrà comunque tempo. Un'azione che va valutata comunque positivamente, nell'auspicio che vada in porto. Perché se è vero che i muri delle carceri italiane, le strutture, sono vecchie e spesso fatiscenti, è anche vero che più di tutto serve chi si sa occupare delle persone affinché le carceri italiane non diventino quella che più di qualcuno ha già definito una discarica sociale.

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