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Calcio Padova: 3 aspetti da cui ripartire dopo la debacle contro il Mantova

Anche se la ferita fa ancora male, gli uomini di Torrente hanno l'obbligo di tenere la barra dritta e andare subito a caccia della vittoria domenica prossima in trasferta alle 18:30 contro il Legnago

A 24 ore dalla disfatta - inaspettata - contro il Mantova, in casa Padova la ferita brucia ancora tanto. Come ovvio che sia. Dal punto di vista sportivo per la differenza vista sul campo nei confronti degli uomini di Possanzini, dal punto di vista della classifica, con la Triestina a -1 e il Mantova fuggito definitivamente a +7, dal punto di vista emotivo con il crollo caratteriale degli ultimi minuti, spedendo nella storia negativa del club un parziale già molto pesante prima del 93'.

Eppure, anche in un quadro a tinte fosche come quello post disfatta, per il Padova è doveroso e soprattutto utile, mentalmente, cercare qualche cosa a cui appigliarsi per ripartire già da Legnago con il vento in poppa. In questi giorni Torrente dovrà travestirsi molto da motivatore, e un pizzico da psicanalista verso la prossima sfida, facendo leva su queste esili fiammelle per portare la squadra a rivedere la luce.

Già, ma quali sono queste tenui luci su cui il tifoso padovano può aggrapparsi al termine della prima sconfitta dopo 23 risultati utili consecutivi tra campionato e Coppa Italia, con annessa imbattibilità svanita?

1) Torrente è la migliore guida possibile per il Padova

Nel calcio, come nella vita, capita di cadere. Fa male quando accade, certo, ma è proprio nei momenti difficili in cui l'animo umano costruisce i suoi anticorpi per tornare a splendere e vincere. Anche da questa capacità di rinascere sulle proprie ceneri si misura la tempra di una grande squadra. Questo Padova per 19 gare di campionato ha dimostrato di essere coraggioso, tenace, in grado di soffrire quando serve, vincendo gare di puro carattere, altre dominando, sapendo sempre cosa fare in ogni frangente. Migliorabile in termini di spettacolarità e varietà di giochi offensivi? Probabile, al tempo stesso e al netto di questo Mantova più unico che raro, sono le difese a vincere i campionati, non gli attacchi. La squadra di Possanzini è un unicum e non può essere una serata storta o una sconfitta fragorosa a mettere in discussione quanto costruito da Torrrente con tanta perizia e pazienza nell'ultimo anno, come ha riconosciuto lui stesso nel difficile post gara di lunedì sera.

Sia chiaro: le parole di Torrente non sono di difesa d'ufficio al gruppo - a cui non le manda a dire facendo notare con energia il cattivo atteggiamento nei 10' finali, costato due gol -  ma  fanno rima con lucidità e controllo totale della situazione. Il tecnico si è assunto la responsabilità della cattiva partita dei suoi, ci ha messo la faccia e come prima cosa si è scusato con i tifosi per la debacle. Giusto per intendersi, l'allenatore di una squadra con le strisce rosse e nere due piani sopra il Padova, dopo avere subito un netto 5-1 settembrino e al quinto derby consecutivo perso nell'anno solare 2023, la parola "scusa" non l'ha proferita nemmeno per sbaglio nei confronti del suo pubblico. 

La Matta Tordini

L'ingresso in campo del folletto ex Lecco è stata la piccola lieta novella di serata. Con la sua vivacità ha ravvivato una squadra sino a quel momento piatta in avanti, aggrappata alle (poche) scorribande sulla sinistra di Villa. La fantasia e il gusto per la giocata che non ti aspetti di Tordini ha creato qualche timido cortocircuito anche nella perfetta fase difensiva mantovana. Potrà sembrare poco su cui appigliarsi, ma in nottate in cui è veramente complesso salvare qualcosa, è una traccia flebile su cui ricamare tele per il futuro. 

La conclusione con cui costringe Festa alla super parata sul 0-2 è la dimostrazione che il numero 90 è un giocatore ricco di talento, che parla la stessa lingua tecnica di Liguori, Varas e Radrezza, tre che hanno sofferto le pressioni selvagge mantovane per tutta la gara. Creare un tessuto tattico in cui far coesistere pacificamente e senza sbilanciamenti tattici tutti assieme è una delle grandi sfide che attende Torrente nelle prossime partite. Anche da questi dettagli si possono indirizzare le stagioni. 

Pubblico Perfetto

8127: record di spettatori nelle ultime due annate e la dimostrazione che la piazza, quando viene chiamata a raccolta, sa rispondere presente. Durante il toccante il minuto di silenzio alla memoria del giornalista di Telenuovo scomparso Andrea Moretto - disturbato maleducatamete, ignobilmente e sguaiatamente dai "tifosi" mantovani - il pubblico ha dimostrato un rispetto per la persona e il professionista da 10 e lode, silenziando i fischi degli incivili supporter ospiti in pochi secondi. L'Euganeo di lunedì sera, per ambiente ed atmosfera, è stato qualcosa di magico, con la tribuna Fattori incessante nei canti e nei cori oltre il 90'. Anche dalla coesione e dalla simbiosi tra squadra, pubblico e dirigenza passa il pronto riscatto biancoscudato.   

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