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Da dove passa la ripartenza del Cittadella?

Nelle ultime quattro partite, la squadra di Gorini ha sempre avuto il pallone percentualmente più dell'avversario, eppure, non ha trovato la via della vittoria. Al contrario, quando i numeri del possesso si abbassano...

Prima premessa necessaria e da ripetere all’infinito: il percorso fatto sinora dal Cittadella quest’anno, al netto della frenata dell'ultimo mese, è eccezionale e sorprendente. Va bene che Marchetti ha abituato tutti fin troppo bene, ma con tutto il rispetto possibile per addetti ai lavori e non, la narrazione del Catanzaro rivelazione della stagione non si può proprio sentire. I motivi? Il budget non proprio da neopromossa e l’undicesimo posto come monte ingaggi del campionato. Il Cittadella con i soldi giusti, il bilancio in attivo, idee, programmazione e ricerca nel sottobosco della C italiana ha saputo assemblare un complesso di giocatori funzionali al credo di Gorini. Se non è un merito questo…

Seconda premessa: chi scrive questo pezzo non crede nel possesso palla come dato indicativo della salute di una squadra o "condizione sine qua non" per conquistare i tre punti. Il possesso è un dato sempre molto discusso nell'ambiente calcistico e fonte di dibattiti infiniti. Con gli strumenti a disposizione, con spirito di osservazione costruttivo e senza fondamentalismi di genere, c’è il desiderio di offrire spunti di riflessione sul periodo della squadra di Gorini. Sia chiaro, i numeri arrivano fino ad un certo punto, poi ci sono ovviamente gli episodi sul campo che dettano sempre il flusso in un lato o in un altro della gara, come si è visto sabato al Tombolato contro il Parma.

Il pallone per amico?  

Tornando al terreno di gioco, ora chi glielo spiega a Branca e compagni che il pallone non è il loro migliore amico, parafrasando la celebre frase di Oliver Hutton, protagonista del cartone animato Holly & Benji (Capitan Tsubasa per i puristi del manga giapponese)? Nella giornata mondiale dell'amore, i dati indicano qualcosa di sorprendente in casa granata: più possesso meno vinci. 58, 52, 57 e ancora 57, sono le percentuali della squadra di Gorini contro Ternana, Sampdoria, Brescia e Parma. Risultati? Quattro sconfitte filate, con 2 gol segnati e ben 9 subiti. Numeri che saltano all’occhio e pongono un naturale interrogativo: solo una coincidenza? In assenza di risposte certe, proviamo ad approfondire con i dati estrapolati da fbref.com ed OPTA.

Il Citta nelle prime otto giornate vince 3 volte, ne pareggia altrettante e perde in 2 occasioni. Focalizzando l’attenzione sui successi, escluso il ribaltone con il Lecco (66%) la percentuale di possesso palla dei ragazzi del Goro è di gran lunga inferiore all’avversario: 36% contro la Reggiana e 40% nella rimonta di Marassi con la Sampdoria.

Se nei pari con Venezia e Catanzaro lo spartito è simile, con percentuali basse (44 e 35), inizia ad essere interessante il dato nelle sconfitte contro il Parma di Pecchia (all'andata) e il Como di Longo, due big della categoria. Entrambe le partie vengono sbloccate dalle rivali al 2’, entrambe in vantaggio attuano la medesima strategia: consegna deliberata del possesso ai ragazzi di Gorini, che raccolgono rispettivamente il 62 e 55 per cento, creando tanto e subendo rete in ripartenza con la futura capolista, mentre contro i lombardi si infrangono sul muro blu. Sia chiaro, affrontare difese schierate è sempre molto difficile, in particolare modo quando innanzi si parano davanti le grandi della B, dove ai sofisticati congegni difensivi si coniugano anche giocatori di fisicità o letture da piano di sopra, ergo segnare diventa spesso una questione di dettagli e convinzione. Andiamo oltre.

Nella seconda tranche di 8 partite, dalla Ternana al Cosenza, il trend precedente viene ribaltato nelle sconfitte con Pisa e Cremonese, 42 e 40 per cento di possesso, seppure con sviluppi gara diametralmente opposti tra loro. Con i ragazzi di Aquilani il Citta soffre per 75’ buoni e si risveglia nel finale, sfiorando il pari. Una vera beffa è la sfida con Stroppa, che passa al Tombolato con un’intuizione sull’asse Quagliata-Vazquez.

Contro la Ternana (48% e probabilmente una delle top 3 prestazioni dell’annata per i Goro boys) e nelle cinque vittorie di fila con Brescia (49%), Palermo (43%), Sudtirol (49%), Feralpisalò (49%) e Cosenza (50%) i numeri si rimettono in un sostanziale equilibrio, mettendo in luce come la squadra di Gorini sia reazionaria in campo, felice quando ha il controllo territoriale del campo e del pallone. In questo senso fa scuola la sfida d’andata del Barbera, dove la rete di Pandolfi al 97’ è solo il giusto premio per una gara condotta con intelligenza e sagacia.  

Infine, le ultime 8 sfide da Modena al Parma. Già citate le ultime quattro partite, con Modena, Spezia, Ascoli e Palermo (2 pareggi e altrettante vittorie) si veleggia su queste cifre: 42, 51, 51 e 49.

Questo il riepilogo completo:

Cittadella-Reggiana 1-0 37%
Parma-Cittadella 2-0 62%
Bari-Cittadella 1-1 52%
Cittadella-Venezia 0-0 43%
Sampdoria-Cittadella 1-2 40%
Cittadella-Como 0-3 55%
Catanzaro-Cittadella 1-135%
Cittadella-Lecco 2-1 66
Cittadella-Ternana 48%
Pisa-Cittadella 42%
Cittadella-Cremonese 40%
Cittadella-Brescia 49%
Palermo-Cittadella 43%
Cittadella-Südtirol 49%
Feralpisalò-Cittadella 49%
Cittadella-Cosenza 50%
Modena-Cittadella 42%
Cittadella-Spezia 51%
Ascoli-Cittadella 51%
Cittadella-Palermo 49%
Ternana-Cittadella 58%
Cittadella-Sampdoria 52%
Brescia-Cittadella 57%
Cittadella-Parma 57%

Insomma, sembra evidente che questa squadra, quando può, lascia volentieri l’iniziativa all’avversario, in una sorta di “Ciapà No (Ball)” consapevole; il che non vuol dire subire la partita, bensì sfruttare le proprie peculiarità: istantaneità, alta intensità, corsa, capacità di aggredire nella metà campo rivale senza permettere all'avversario di riorganizzarsi. Al contrario, quando il Citta deve fare globalmente la partita, aggiungendo al controllo dello spazio anche il possesso, si ha la percezione che possa entrare in difficoltà. Non capita sempre, al tempo stesso  non è un caso che Breda, Pirlo, Maran (nato e cresciuto alla scuola granata) e Pecchia, abbiano impostato la loro sfida in questa maniera. Sia chiaro, non c’è niente di male: è noto a chiunque che il segno distintivo della squadra di Gorini è il dominio del gioco con strumenti alternativi al possesso palla, in una ricerca costante e voluta di direzionare il passaggio avversario nelle zone palla dove il Cittadella concentra il maggiore numero di uomini. L’obiettivo di questa strategia? Un recupero rapido e funzionale della sfera per accedere ad un tiro comodo nel minore numero possibile di passaggi.

Un meccanismo all’apparenza semplice, ma tremendamente complicato d’assimilare senza un’adeguata preparazione fisica e una grande cura dei micro-dettagli in allenamento, come il maniacale controllo dei tempi d’uscita del pressing e le corse in diagonale sincroniche e “aggressive” negli spazi occupati da terzini o braccetti di difesa se la competitor parte dal basso da parte delle punte, il trequarti e i centrocampisti. È un caso se i granata - da anni - sono al primo posto per palloni recuperati nella metà campo rivale? Assolutamente no! Freschi di giornata sono i dati Opta al riguardo, con la conferma del Citta come leader nella speciale classifica di palloni recuperati a gara (64.5) e al terzo posto nella graduatoria delle verticalizzazioni da dietro con 160.3 tentativi a match.  

7 seconds or less

Che cosa significa? Molto semplice: il pressing del Cittadella è ultra-offensivo, coraggioso, senza timori e riverenze di alcun genere. Non c'è paura di aggredire i rivali, a costo di rischiare la ripartenza, perché spesso la migliore difesa è la (ri)aggressione alta, per evitare l’avvicinamento del cacciatore (l’attacco rivale) alla preda (la difesa del Citta). Per la serie “l’attacco è la migliore difesa”, in barba ai preconcetti – duri a morire, purtroppo - del “Brutto Sporco Cittadella”.

Negli uomini di Gorini convivono felicemente il pragmatismo difensivo di scuola italiana, i dettami cari a Guardiola o Nagelsmann nel recupero istantaneo del pallone e perché no, ispirazioni provenienti da un altro sport di squadra come il basket, traslando sul verde del Tombolato i concetti di un altro grande coach (oltre a straordinario playmaker a suo tempo a Milano) come l'italo-americano Mike D’Antoni, protagonista in Veneto di tanti successi alla guida del Benetton e inventore dell’attacco “7 seconds or less” negli straordinari Phoenix Suns di metà anni 2000 con Steve Nash nella cabina di controllo. Una squadra mai vista a quelle latitudini, in grado di imporre un ritmo di gioco forsennato sul parquet. Un po’ come quello che cerca di fare il Cittadella ogni partita. Ritmo ed occupazione degli spazi, preferibilmente sulla metà campo difensiva avversaria, in maniera martellante ed ossessiva. Da queste idee nascono e germogliano le vittorie granata. È stato così fin dai tempi del leggendario ed ispirante – per il premio oscar Sorrentino nella sua prima opera "L'Uomo in Più" - 3-3-1-3 di Glerean, riadattato negli anni al credo meno futuristico e sempre concreto di Maran e poi portato avanti da Foscarini e Venturato, con le interpretazioni differenti sul tema di 4-3-1-2. Tante formule, un’essenza chiara, che Gorini sta riattualizzando con intuizioni  che alla lunga potranno pagare dividendi, a patto di ritrovare i risultati avuti sino alla prima metà di gennaio. In fondo la zona playoff è sempre lì.


Aree di Miglioramento

La prima area: un approccio più centrato sulla gara nei minuti iniziali dei primi e secondi tempi. I sei gol subiti tra il 1’-15’ e i 7 tra il 46’-60’ fanno comprendere come questo Cittadella spesso abbia bisogno dello schiaffo per entrare in partita. Solo il Lecco con 15 subiti (3+12) ha fatto peggio di Branca e soci. Per carità, spesso la squadra rimedia e vince, ma è anche vero che partire così spesso ad handicap, alla lunga, è uno spreco di energie non indifferente e di gestione diversamente facile. E sull’aspetto mentale, non c’è tattica che tenga. Anzi, una si: spina accesa fin dal tunnel, ma su questo tasto Gorini è sempre un martello, ergo la risposta deve arrivare anche dai giocatori.

Il secondo aspetto lo riassumiamo qui sotto:

  • 6 Partite Senza Gol: 2 pareggi e 4 Sconfitte
  • 10 Partite con 1 Gol: 3 Vittorie, 3 Pari, 4 Sconfitte
  • 6 Partite con 2 Gol: 5 Vittorie e 1 Pari
  • 1 Partita con 3 Gol: 1 Vittoria
  • 1 Partita con 4 Gol: 1 Vittoria
     

È evidente che quando il Cittadella riesce a segnare almeno due gol, difficilmente perde. Banalità? Non proprio, vedendo come le gare sono tirate in questa cadetteria. Discorso diverso quando il risultato è in bilico, con una perfetta parità tra risultati positivi e negativi, 8 e 8. E qui entrano in gioco i concetti sopra descritti e una fase difensiva di squadra che paga carissimo le disattenzioni individuali e collettive delle ultime quattro giornate. Su questo Gorini può intervenire, anche se nella prossima delicatissima sfida contro lo Spezia probabilmente mancherà la coppia centrale difensiva composta da Pavan, ancora in recupero, e Negro, squalificato. Che Cittadella si vedrà al Picco? Ancora un paio di giorni e si scoprirà la risposta. 

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