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Padova, tra Trento e Pro Patria: l'ennesima occasione sciupata, la rincorsa è sempre più difficile

Anche contro i trentini di Moll Moll, la squadra di Torrente ha mancato la prova del nove, confermando le sensazioni di scoramento post pari contro la Virtus Verona

Tic, tac, tic, tac, ora che si fa? Domanda retorica e allo stesso tempo legittima in casa Padova dopo il pareggio deludente (eufemismo) contro il Trento. La sfida contro gli uomini di Moll Moll, esonerato nonostante il pari dell'Euganeo e sostituito dall'ex Vicenza Francesco Baldini, ha confermato una squadra alla ricerca dei suoi perché, rigida su sé stessa, emotivamente traballante, incapace di ritrovare il filo che l'aveva portata ad essere l'unica imbattuta in Italia sino al 9 gennaio 2024. Da quella caduta fragorosa con gli uomini di Possanzini, si sono perse le tracce del gruppo, solido tatticamente e mentalmente ammirato per tutto il girone d'andata. 

Il Padova visto contro il Trento è un film andato in replica spesso in questi primi 43 giorni del 2024, in cui i sentimenti a farla da padrona, all'uscita dalla sala, sono amarezza, dispiacere e incompiutezza. I tre pareggi di questo girone di ritorno, simili nella trama e nel finale, certificano come la squadra, prima ancora che fisicamente, stia vivendo un momento difficile in termini di crescita collettiva. Dopo mesi di istogramma sempre in ascesa, ora sembra essersi tutto stoppato. Ironico, al netto di un mercato raccontato da più parti da 10 e lode senza nessuna controprova sul campo. Su queste righe eravamo stati decisamente cauti, senza vendere illusioni a nessuno, consci che nel girone di ritorno i campionati assumono connotati differenti. I punti iniziano a pesare, le rivali studiano più a fondo il tuo congegno tattico e ti prendono le contromisure. Tutto fin troppo evidente, proprio come la fatica che tutto l'ambiente Padova sta facendo per cambiare rotta e tornare a sparigliare il mazzo come accaduto in precedenza.

Gettare la croce sui nuovi innesti in questo momento è francamente inutile oltre ad essere un giochino al massacro abbastanza noto a queste latitudini. Valente, Crisetig, Zamparo, Tordini non hanno disimparato a giocare e al momento hanno raccolto troppi pochi minuti per poter dare un giudizio definitivo sulle loro qualità. Il tema è più strutturale. Fatta eccezione la gara di Novara, il Padova post Mantova è sembrato sempre ingolfato e legnoso. Contro il Trento tra ingenuità difensive e secchezze offensive, tra lentezza manovriera e scarsa reattività caratteriale, anche quando tutto sembrava andare in discesa, vedi rigore di Varas a 4', la squadra è sembrata impaurita, capace buttare il cuore oltre l'ostacolo solo con l'acqua alla gola. Era già successo in precedenza con la Virtus Verona, così come contro il Legnago. Tre indizi che fanno una prova e mettono tutti davanti ad un fatto compiuto: quanto fatto sinora non basta per la B diretta.

È evidente che Torrente, condottiero troppo esperto per non sapere che cosa stia accadendo in seno al gruppo, deve e può metterci le mani. Prima ancora che sul sistema di gioco, proprio sulla testa dei giocatori, apparsi meno battaglieri, spensierati e cattivi delle prime 19 partite. Sicuramente sapere che i punti di distacco dalla capolista Mantova sono tornati ad essere tanti, ben 8, addirittura 9 tenendo conto lo scontro diretto a sfavore, non è una buona notizia, ma la storia insegna che alcuni campionati sono stati rimessi in sesto recuperando il medesimo distacco e con meno giornate da disputare. Tirare i remi in barca proprio ora sarebbe davvero un peccato. In fondo 39 punti a disposizione da qui alla fine non sono mica pochi e per cambiare questo finale della storia, che sembra già scritto, basta iniziare a fare il primo passo a partire da martedì pomeriggio contro la Pro Patria. In fondo, che cos'altro si può fare se non vincere?

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