rotate-mobile
Attualità

La fondazione di Bebe Vio premia il lavoro sul disagio giovanile della padovana Train de Vie: «Artigiani della speranza»

L'attore Giorgio Pasotti ha spiegato durante la serata di gala dei WEmbrace Awards il perché del riconoscimento: «Le iniziative della cooperativa rappresentano una presa in carico, a 360 gradi, del disagio psicologico degli adolescenti, che va dal rifiuto scolastico all’autoisolamente fino al tentativo di suicidio, cercando di costruire un percorso condiviso verso la propria identità ed esistenza»

Un riconoscimento inatteso quanto meritato, quello attribuito alla cooperativa Train de Vie. Importante perchè il premio è nazionale ed è organizzato da Art4sport onlus, l’Associazione ideata da Bebe Vio e dai genitori Teresa Grandis e Ruggero Vio. Viene conferito alle realtà che ogni giorno, in tutta Italia, si adoperano per rendere il mondo un ambiente più inclusivo, esaltando le qualità di tutti ed abbracciando le diversità. Grazie al lavoro di un Osservatorio stabile composto da professionisti della comunicazione, sono state indicate oltre 100 storie di persone, associazioni, organizzazioni, che si sono distinte per aver condiviso questa filosofia di pensiero. Sono emerse poi 15 tra le 100 storie che più di altre hanno colpito per la loro unicità e capacità di ispirazione e sono state suddivise in 5 “sfere” di azione: Technology, Others, Action, Ourselves e The World. E proprio durante il Charity Gala Dinner di giovedì 21 marzo svoltosi a Milano, sono stati proclamati i vincitori e Centro Train de Vie si è aggiudicata il primo posto nella categoria Others.

La Cooperativa Train de Vie in questi anni ha fatto parlare di sé per l'impegno profuso e soprattutto per la professionalità e la capacità di supportare adolescenti a superare periodi di inquietudine, di sofferenza, di depressione. La pandemia poi non ha fatto che peggiorare la situazione.  Dopo gli incidenti e le malattie, sono i suicidi la causa di morte più frequente tra i giovani tra i 14 e i 25 anni nel nostro paese. Più si abbassa l'età e più sono un numero ragguardevole. Come affrontare questo tipo di problematicità è il marchio di fabbrica della Cooperativa Train de Vie e quindi il riconoscimento ricevuto diventa importante non solo perché viene valorizzato il lavoro che fanno ed hanno fatto, ma anche perché viene riconosciuta una modalità di lavoro per certi versi pioneristico, per quanto riguarda questa materia così delicata. Di disagio giovanile ci si ricorda solo quando ci sono casi di giovanissimi che non hanno più voglia di vivere e quindi, a fronte delle tragedie ci si interroga. Oppure se ne parla per episodi violenti o particolarmente eclatanti, e quindi a quel punto diventa una questione di ordine pubblico. Ma chi lavora ogni giorno con gli adolescenti sa che non ci si può occupare di loro solo in certi momenti, ma bisogna farlo con costanza. E anche questo il premio, va a sottolineare, l'impegno quotidiano. 

E' stato l'attore e regista Giorgio Pasotti che ha premiato e spiegato perchè il Centro Train de Vie, è meritevole del riconoscimento. «In un mondo sempre più complesso, esigente e frammentato, la cooperativa Centro Train de Vie, tramite il lavoro di un’equipe multidisciplinare, si dedica alle moderne emergenze che affliggono minori, famiglie, scuole e istituzioni. Le iniziative della cooperativa rappresentano una presa in carico, a 360 gradi, del disagio psicologico degli adolescenti, che va dal rifiuto scolastico all’autoisolamente fino al tentativo di suicidio, cercando di costruire un percorso condiviso verso la propria identità ed esistenza», ha spiegato l'attore prima di chiamare sul palco i vincitori. 

Nicola Bernari, Giorgio Pasotti ed Elena Nobile

A rappresentare a Milano nella serata della proclamazione dei vincitori, la cooperativa padovana, c'erano il presidente Nicola Bernardi ed Elena Nobile, responsabile dell’Area Educativa. Bernardi, tradendo un po’ di emozione, ha ringraziato in questo modo: «La nomination in finale è stata per noi una grande e inaspettata emozione ma, contemporaneamente, ha aperto al nostro interno una riflessione sul nostro percorso e sull'importanza del nostro impegno nel mondo delle emergenze giovanili. Siamo come artigiani della speranza, creiamo progetti su misura che abbracciano e trasformano le anime ferite. Il nostro lavoro affronta le sfide più pressanti dei nostri giovani: l'isolamento, l'ansia, la disperazione. Ma ogni giorno entriamo nei loro mondi, offrendo un rifugio sicuro e una relazione che li accompagna alla guarigione». Sul palco a ritirare il premio anche Elena Nobile, responsabile dell’Area educativa sottolinea: «E' fondamentale ricordare che il nostro lavoro non è privo di sfide. Ciò che facciamo è un percorso lungo e complesso, spesso pieno di difficoltà e frustrazioni. I risultati non sempre sono immediati; talvolta vediamo i fiori sbocciare, ma altre volte li accompagniamo in ospedale o in comunità. Il suicidio è la seconda causa di morte tra giovani dagli 15 e i 24 anni in Italia e il 30% degli adolescenti ha un problema psichiatrico che lo porta all’autoisolamento e al rifiuto sociale e scolastico. Attraverso la cura educativa e la relazione cerchiamo di costruire con loro un percorso condiviso verso la propria identità ed esistenza». 

Il Centro Train de Vie è nato ormai dieci anni fa da un'idea condivisa tra tre amici, si è trasformato in una squadra di oltre 40 professionisti, composta da educatori e psicoterapeuti, pronti a offrire sostegno e speranza a chiunque ne abbia bisogno. In un mondo sempre più complesso, esigente e frammentato, la cooperativa Centro Train de Vie si dedica alle moderne emergenze che affliggono minori, famiglie, scuole e istituzioni, con la competenza e l'esperienza che caratterizzano la sua équipe multidisciplinare. Le iniziative della cooperativa non sono semplici interventi educativi e psicologici, bensì rappresentano una presa in carico, a 360 gradi, del disagio psicologico degli adolescenti, cercando di costruire un percorso condiviso verso la propria identità ed esistenza.

Tra le iniziative educative più rilevanti, le "Vele", un servizio per ragazzi con problemi di autoisolamento, ritiro sociale e rifiuto scolastico dove trovano uno spazio educativo e di cura che li riavvicina al senso più profondo della vita e li riaccompagna, gradualmente, nella società, attraverso un sostegno personalizzato. Il Servizio Educativo Domiciliare, invece, entra direttamente nelle case degli adolescenti e dei giovani adulti che vivono un particolare livello di fragilità e disagio. Qui, con pazienza e un progetto condiviso con l'équipe multidisciplinare e la famiglia, si accompagnano ogni giorno i ragazzi nel riconoscimento delle proprie potenzialità, aiutandoli a trovare la loro voce e il loro posto nel mondo. I problemi affrontati dall'Area Educativa di Centro Train de Vie, spaziano dalle fragilità diverse, al rifiuto e all’abbandono scolastico, dall’autoisolamento al tentativo di suicidio all’impossibilità di socializzare con gli altri. We Embrace 2024, foto di gruppo-2

In Evidenza

Potrebbe interessarti

La fondazione di Bebe Vio premia il lavoro sul disagio giovanile della padovana Train de Vie: «Artigiani della speranza»

PadovaOggi è in caricamento