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Ulls 6, Turetta e Chi l'ha visto: la fuga di notizie allarma chi si occupa di salute mentale

«La notizia che Turetta fosse in carico al servizio psicologico dell’ulss 6 non deve essere strumentalizzata come causa o giustificazione del femminicidio di Giulia Cecchettin ma interpretata invece come l'espressione di un diritto fondamentale all'accesso al servizio sanitario pubblico», ha sottolineato M. Zanni del Centro Anti Violenza di Padova

Pesare le parole, evitare fraintendimenti. Dovrebbe essere la regola, ma mai come in questo caso può diventare decisivo. Perché se per qualcuno non è chiaro, la morte violenta di Giulia Cecchettin ha innescato, nel dibattito nazionale, un posto di primo piano che non è dovuto solo alla bramosia di conoscere i particolari che hanno portato alla sua tragica fine. Questa volta, tra alti e bassi inevitabili, si è avviato qualcosa di diverso. Giulia non è solo lei, ma tutte le donne uccise in questi anni. Per questo l'attenzione su questo caso è ancora altissima.

E per questo motivo che quanto emerso ieri dalla puntata di Chi l'ha Visto, il programma di Rai 3 condotto da Federica Sciarelli, potrebbe innescare un pericoloso fraintendimento. Durante il programma infatti si è data la notizia che il 21enne di Torreglia si era rivolto ai centri di assistenza psicologica alla Ulls 6 Euganea. Avrebbe fatto cinque incontri. Ne era previsto un altro proprio qualche giorno fa, ma Filippo a quel punto era già in carcere a Verona. Secondo l'inviata del programma, Turetta avrebbe avuto un primo incontro con uno psicologo il 22 settembre, gli altri il 3,il17 e il 27 ottobre. L'ultimo il 4 novembre. Quest'oggi poi, giovedì 7 dicembre, si evince dall'intervista di Walter Veltroni pubblicata dal Corriere della Sera che fu proprio Giulia a consigliargli di rivolgersi a qualcuno per farsi aiutare.

Questa novità, soprattutto per come è stata sintetizzata da molti media, preoccupa chi di queste problematiche si occupa, perché vede il rischio di minare anni, gli ultimi, in cui il tema della salute mentale non è stato più relegato a una nicchia. Mariangela Zanni, presidente del Centro veneto Progetti Donna di Padova e punto di riferimento per le donne maltrattate che si rivolgono al centro, si è espressa in questi termini sulla questione: «In merito all’informazione che è stata diffusa ieri da chi l’ha visto sul fatto che Turetta fosse in carico al servizio psicologico dell’ulss 6 riteniamo che non debba essere strumentalizzata come causa o giustificazione del femminicidio di Giulia Cecchettin ma interpretata invece come l'espressione di un diritto fondamentale all'accesso al servizio sanitario pubblico dove la salute mentale ricopre un elemento fondamentale per il benessere della persona», ha sottolineato in maniera chiara. «In questa ottica il supporto psicologico è uno dei servizi primari forniti dal centro antiviolenza nei percorsi delle donne», ha concluso Zanni. 

Nella puntata, il primo che accenna alla notizia di Turetta che si è rivolto alla Ulls è il presidente Zaia, che fa notare questo aspetto per far intendere che forse dei segnali di disagio il 21enne Filippo Turetta li aveva manifestati. Poi l'inviata della trasmissione entra nei particolari dando date e particiolari, cosa che siamo certi, alla Ulls 6 non è stata gradita e si comprende anche dalla scelta di non rilasciare dichiarazioni sulla fuga di notizie e neppure entrare in altri aspetti che riguardano questa vicenda. Scelta tanto scontata quanto comprensibile.

Ma sempre in riferimento alle notizie emerse in seguito all'ultima puntata della trasmissione Rai "Chi l'ha visto" sul caso di Giulia Cecchettin, inerenti gli accessi ai servizi specialistici dell'Ulss 6 da parte di Filippo Turetta, la Cooperativa Train de Vie che da anni si occupa di disagio giovanile nel territorio, ci ha tenuto a lanciare un appello. «Svolgiamo quotidianamente un ruolo attivo per togliere gli stereotipi sulla salute mentale nei minori e nei giovani adulti, e li accompagniamo in queste complesse problematiche. Il nostro impegno consiste nel supportarli nel difficile compito di riconquistare il controllo sulla propria esistenza, prima ancora che sui sintomi del disagio, per costruire relazioni autentiche, ritrovando la volontà di vivere e la capacità di progettare un futuro positivo».

«Il recente dibattito scaturito dall'atroce femminicidio di Giulia Cecchettin richiama la nostra attenzione in quanto professionisti della salute mentale e dell’educazione di giovani adulti e adolescenti con disturbi psichiatrici, spesso concomitanti a disturbi dell’affettività e dell’emotività. Questo tragico evento sottolinea il ruolo cruciale dei professionisti della salute mentale e dell’educazione nelle fasi critiche dell'adolescenza e dell’ingresso nel mondo adulto. In un contesto che non agevola le relazioni umane e l'espressione dei sentimenti, i giovani si trovano spesso a lottare per apprendere le dinamiche relazionali, accettare le sconfitte e le frustrazioni, e sviluppare modalità adeguate di superarle». Chi parla è Nicola Bernardi, Presidente Centro Train de Vie, che vuol ricordare l'importanza della Salute Mentale nelle età critiche. «In un mondo che talvolta ostacola l'espressione delle emozioni, è essenziale guidare i giovani a comprendere il modo corretto di relazionarsi agli altri, accettare le sfide, le delusioni e le frustrazioni, e scoprire internamente le risorse per superarle. Le ferite della salute mentale sono invisibili, non ci sono cicatrici o fasciature ad evidenziarle. C'è quindi il rischio di sottovalutare tali problematiche o, come in questo caso, interpretare la malattia mentale come una semplice strategia per ottenere una riduzione di pena. In realtà, se non curate e affiancate, le conseguenze di queste patologie possono essere devastanti». Infine una riflessione: «Questo momento ci invita a discutere apertamente di salute mentale, autolesionismo e femminicidio e molto altro. Crediamo fermamente nell’utilità di mantenere alta l'attenzione e la discussione per portarla e mantenerla nei nostri territori, così da comprendere assieme, pubblico e privato,  cittadini e comunità, come prevenire e affrontare tali problematiche».

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